Pechino, 24 novembre 2025 – Le tensioni tra Cina e Giappone raggiungono nuovi livelli di preoccupazione in seguito all’annuncio di Tokyo di installare missili terra-aria a medio raggio nelle isole a sud-ovest, in prossimità di Taiwan. La portavoce del ministero degli Esteri della Cina, Mao Ning, ha definito questa mossa un “sviluppo estremamente pericoloso”, sottolineando che si tratta di un tentativo deliberato di creare tensione regionale e provocare uno scontro militare.
La posizione della Cina
Nel briefing quotidiano, Mao Ning ha esortato i Paesi limitrofi e la comunità internazionale a prestare la massima attenzione a questa escalation, che rappresenta il peggior momento di crisi dal 2012, quando si accesero le controversie sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu, amministrate dal Giappone e rivendicate dalla Cina. La portavoce ha inoltre accusato le forze di destra giapponesi di condurre il paese e l’intera regione verso il disastro, ribadendo però la determinazione di Pechino a difendere la propria sovranità territoriale nazionale.
Le dichiarazioni di Mao arrivano in un contesto di crescente crisi diplomatica innescata dalle affermazioni della premier giapponese Sanae Takaichi, che lo scorso 7 novembre ha ipotizzato che un eventuale attacco della Cina a Taiwan potrebbe far scattare una risposta militare da parte di Tokyo. Taiwan, che Pechino considera parte integrante del proprio territorio, è al centro di un delicato equilibrio geopolitico, dove la sicurezza del Giappone è strettamente legata agli sviluppi dell’isola.
Il piano di difesa giapponese e le reazioni regionali
Secondo le fonti giapponesi, il ministero della Difesa guidato da Shinjiro Koizumi sta procedendo con il piano di dispiegamento dei missili Tipo 03, sistemi terra-aria potenziati a medio raggio capaci di intercettare minacce balistiche entro un raggio di 48 chilometri. Lo schieramento di questi missili sull’isola di Yonaguni, situata a soli 110 chilometri da Taiwan, mira a rafforzare la capacità difensiva nipponica, soprattutto per proteggere la popolazione locale.
Il ministro Koizumi ha spiegato che con questo dispiegamento si potrà ridurre la possibilità di un attacco militare diretto al Giappone, senza però incrementare le tensioni regionali, contraddicendo così l’opinione di coloro che temono un’escalation. Il ministero sta finalizzando i dettagli del piano e intende informare le autorità locali e i residenti una volta completato.
Parallelamente, il quotidiano Nikkei riferisce che, in caso di un primo segnale di attacco della Cina a Taiwan, sono pronti i piani per evacuare i residenti del Kyushu e per costruire rifugi sotterranei nelle isole sud-occidentali, capaci di fornire protezione per fino a due settimane a chi non potesse evacuare immediatamente.
Questa crescente militarizzazione rispecchia le tensioni in aumento nell’area, dove le esercitazioni militari di Pechino intorno a Taiwan, spesso caratterizzate dall’uso di missili balistici, hanno spinto Tokyo a rispondere con una politica di rafforzamento difensivo.
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