Dal prossimo 30 ottobre sarà finalmente disponibile in Italia il primo vaccino ricombinante contro la chikungunya, una malattia virale trasmessa dalla zanzara tigre (Aedes albopictus) che ha visto un significativo aumento dei casi nel nostro Paese negli ultimi anni. La notizia è stata annunciata durante il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, in corso a Bologna.
Chikungunya: un’epidemia in crescita in Italia
Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), aggiornati al 21 ottobre 2025, si contano 416 casi confermati di chikungunya, di cui 369 sono autoctoni, con episodi di trasmissione locale in Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. «Questa zanzara ha completamente colonizzato il nostro territorio, aumentando il rischio di insorgenza di casi autoctoni», spiega Caterina Rizzo, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa. La chikungunya si manifesta con febbre alta, eruzione cutanea, affaticamento, cefalea e dolori articolari intensi che in oltre il 40% dei casi possono diventare cronici, causando un notevole impatto sulla qualità della vita.
Il vaccino, una svolta nella prevenzione
Il vaccino disponibile è una formulazione a base di virus-like particles (VLP), già approvato negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e nel Regno Unito. «Si tratta di un vaccino a subunità non infettivo, sicuro e indicato per soggetti dai 12 anni in su», sottolinea Giovanni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. La risposta anticorpale protettiva si sviluppa rapidamente, già a partire da 7 giorni dopo la somministrazione, con una robusta immunità confermata a 21 giorni.
L’introduzione di questo vaccino rappresenta un importante strumento aggiuntivo alle tradizionali misure di controllo del vettore e alla sorveglianza epidemiologica. «Oltre a proteggere viaggiatori e popolazioni a rischio, potrà contribuire a contenere i focolai autoctoni che si verificano nel nostro Paese», conclude Rezza.
La chikungunya, che fino a pochi anni fa era endemica soprattutto in Asia e Africa, è ormai una realtà anche in Italia, dove la lotta contro la zanzara tigre e la prevenzione delle punture restano fondamentali per limitare la diffusione del virus. L’arrivo del vaccino potrebbe aprire una nuova fase nella gestione di questa emergenza sanitaria.






