Hunter Biden ha dichiarato apertamente di non avere alcuna intenzione di scusarsi con la first lady Melania Trump, nonostante la prospettiva di una causa per diffamazione. In un’intervista rilasciata al giornalista e YouTuber Andrew Callaghan, il figlio dell’ex presidente americano ha ribadito con parole forti: “Non succederà”, rispondendo così alle pressioni legali arrivate dall’entourage della moglie di Donald Trump. Al centro della polemica, un’affermazione di Biden secondo cui sarebbe stato Jeffrey Epstein a presentare per la prima volta Melania al futuro marito.
Hunter Biden ha diffamato Melania Trump?
Melania Trump, attraverso il suo avvocato Alejandro Brito, ha definito queste dichiarazioni false, diffamatorie e “estremamente salaci”, sostenendo che abbiano causato un “enorme danno finanziario e reputazionale”. La first lady ha minacciato di chiedere un risarcimento superiore al miliardo di dollari, pari a circa 860 milioni di euro, qualora Hunter Biden non dovesse ritrattare e chiedere scusa. L’avvocato di Biden, Abbe Lowell, non ha finora rilasciato commenti ufficiali sulla vicenda.
Le affermazioni di Hunter Biden
Durante l’intervista di inizio agosto, Biden non si è limitato a evocare il presunto legame tra Melania Trump ed Epstein, ma ha anche attaccato duramente l’intera famiglia Trump e alcune figure del Partito Democratico, accusandole di aver spinto il padre a ritirarsi dalle elezioni presidenziali dell’anno scorso. “Epstein ha presentato Melania a Trump. Le connessioni sono così ampie e profonde”, ha dichiarato, riaccendendo un tema delicato che intreccia politica, gossip e vecchie amicizie del mondo dell’élite newyorkese.
Versioni contrastanti e vecchie amicizie
La coppia presidenziale ha sempre sostenuto una versione diversa dei fatti, affermando che l’incontro tra Donald e Melania avvenne nel 1998, durante un evento della settimana della moda di New York, grazie all’agente Paolo Zampolli. È noto che Donald Trump ed Epstein furono amici in passato, ma i rapporti si interruppero nei primi anni 2000. La morte di Epstein in carcere nel 2019, in circostanze che hanno alimentato numerose teorie complottiste, continua a suscitare interesse tra i sostenitori di Trump, molti dei quali chiedono la pubblicazione completa dei documenti relativi al caso.
Un nome scomodo nei documenti Epstein
All’inizio dell’anno, Elon Musk — un tempo vicino a Trump — ha ipotizzato pubblicamente che il nome dell’attuale presidente potesse comparire tra quelli citati nei documenti legati all’inchiesta Epstein, un’ipotesi che ha ulteriormente alimentato le speculazioni e acceso il dibattito politico.






