Nuovi sviluppi da Washington gettano ulteriori ombre sull’ex principe Andrea, terzogenito della regina Elisabetta e del principe Filippo. Dopo la revoca di tutti i titoli reali da parte di re Carlo III, suo fratello, l’ex membro della Royal Family si trova ora al centro di una crescente pressione da parte dei democratici americani che chiedono la sua audizione in merito al caso Epstein.
La richiesta di audizione del Congresso Usa
Secondo quanto riportato dalla Bbc e da diversi media britannici, si sta intensificando a Washington la richiesta di convocare Andrea davanti al comitato del Congresso incaricato di indagare sui documenti legati a Jeffrey Epstein, il defunto imprenditore americano noto per i suoi crimini di abusi sessuali e traffico internazionale di minori. Ad oggi, la lettera formale d’invito a comparire è stata firmata da 16 rappresentanti del Partito Democratico, che sollecitano l’ex duca di York a fornire almeno una deposizione scritta.
Il Congresso statunitense, pur non avendo potere vincolante su Andrea, cittadino britannico, intende approfondire la sua “lunga amicizia con Epstein” per contribuire a far luce sull’identità dei complici del finanziere, morto suicida nel 2019 nella sua cella a New York, e sulle reali ramificazioni delle sue attività criminali.
Caso Epstein: la posizione di Andrea
L’ex duca di York, che ora si fa chiamare semplicemente Andrew Mountbatten Windsor, non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito alla richiesta di audizione, né è arrivato alcun commento ufficiale dal palazzo reale britannico. Questa situazione segue una serie di scandali che hanno compromesso la sua immagine pubblica e hanno portato alla sua esclusione dagli impegni ufficiali della Royal Family.
Il caso Epstein continua a rappresentare uno dei capitoli più controversi e discussi negli ambienti politici internazionali, non solo per le implicazioni giudiziarie ma anche per le ripercussioni diplomatiche che coinvolgono figure di alto profilo, come appunto Andrea.
Mentre la pressione politica negli Stati Uniti si intensifica, resta da vedere se l’ex principe deciderà di rispondere alla convocazione del Congresso o se la vicenda si arricchirà di ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.






