Nuovo raid delle forze armate USA nei Caraibi contro una presunta imbarcazione di narcos, che ha provocato la morte di tre persone. Lo ha reso noto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, specificando che l’operazione è avvenuta in acque internazionali e rappresenta l’ultimo episodio di una serie di attacchi iniziati lo scorso settembre. Il bilancio complessivo della controversa campagna antidroga di Washington sale così ad almeno 70 vittime.
Raid USA nei Caraibi: tre narcos morti e nessuna prova pubblica
Secondo le dichiarazioni di Pete Hegseth, il raid è stato ordinato “su diretta indicazione del presidente Donald Trump” e ha colpito “un’imbarcazione gestita da un’organizzazione terroristica designata”. L’attacco, condotto senza perdite tra le fila statunitensi, ha distrutto un’altra nave sospettata di traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il capo del Pentagono ha diffuso via social il video dell’operazione, in cui si vede l’imbarcazione colpita da un missile in acque internazionali.
Va sottolineato, tuttavia, che Washington non ha ancora reso pubbliche prove concrete che dimostrino il coinvolgimento diretto delle navi colpite nel contrabbando di narcotici o in una minaccia effettiva per gli Stati Uniti. Gli esperti definiscono tali raid come “esecuzioni extragiudiziali”, poiché colpiscono trafficanti noti senza un processo formale. Finora sono state distrutte almeno 18 imbarcazioni tra Caraibi e Pacifico orientale.
Il ruolo di Pete Hegseth e il contesto politico
Pete Hegseth, 29º segretario alla Difesa degli Stati Uniti dal gennaio 2025, è un ex ufficiale militare e commentatore politico noto per il suo sostegno alla linea dura contro il narcotraffico. La sua nomina a capo del Pentagono è stata accompagnata da polemiche, ma il suo mandato è caratterizzato da un incremento delle operazioni militari mirate a smantellare le rotte del traffico di droga.
Hegseth ha dichiarato con fermezza: “A tutti i narcoterroristi che minacciano la nostra patria: se volete sopravvivere, smettete di trafficare droga. Se continuate a trafficare droga mortale, vi uccideremo”. Questo raid si inserisce in una strategia più ampia di contrasto ai “narco-terroristi”, che prevede l’uso di operazioni cinetiche in acque internazionali.
La campagna antidroga di Washington, tuttavia, si trova sotto scrutinio da parte di alcuni membri del Congresso, che hanno espresso preoccupazioni riguardo alla legalità e agli obiettivi di queste azioni militari. L’assenza di trasparenza e di prove pubbliche alimenta il dibattito sulla legittimità dei raid, mentre le tensioni geopolitiche nella regione restano elevate.






