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Canada-USA: il primo ministro Carney dichiara la fine del buon rapporto e chiede nuovi accordi commerciali

by Redazione
28 Marzo 2025
Canada-USA: il primo ministro Carney dichiara la fine del buon rapporto e chiede nuovi accordi commerciali

Canada-USA: il primo ministro Carney dichiara la fine del buon rapporto e chiede nuovi accordi commerciali - Wikimedia Commons - Alanews.it

Giovedì scorso, il primo ministro canadese Mark Carney ha lanciato una dura critica all’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, dichiarando ufficialmente la fine di un’epoca di relazioni favorevoli tra Canada e Stati Uniti. Carney ha affermato che il “vecchio rapporto”, caratterizzato da un’integrazione economica crescente e da una cooperazione militare e di sicurezza, è giunto al termine. In un discorso appassionato, il premier ha annunciato l’intenzione di imporre dazi sulle merci statunitensi e ha delineato la necessità per il Canada di “reinventare radicalmente” la propria economia, cercando nuovi partner commerciali “affidabili”.

Questa tensione tra i due paesi non è nuova; da mesi, infatti, Trump e diversi membri della sua amministrazione hanno adottato una retorica aggressiva nei confronti del Canada, un alleato storico. Le dichiarazioni di Trump, che ha persino suggerito l’idea di annettere il Canada per farlo diventare il 51esimo stato degli Stati Uniti, dimostrano quanto sia cambiato il clima politico. Queste affermazioni, sebbene appaiano fantasiose e irrealizzabili, riflettono un atteggiamento di disprezzo nei confronti delle istituzioni canadesi e della loro sovranità.

Politiche commerciali e impatti sul Canada

Le recenti politiche commerciali degli Stati Uniti hanno alimentato ulteriormente le tensioni. Mercoledì, ad esempio, l’amministrazione Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 25% su tutte le auto importate, una misura che Carney ha definito un “attacco diretto” contro il Canada. Il settore automobilistico canadese, che rappresenta circa il 10% dei ricavi dell’industria manifatturiera del paese, dipende in gran parte dal mercato statunitense, con l’80-90% delle auto e dei componenti prodotti in Canada destinati agli Stati Uniti. Queste misure protettive non solo mettono a rischio le imprese canadesi, ma minacciano anche l’occupazione e la crescita economica.

Rinegoziazione degli accordi commerciali

Nel suo intervento, Carney ha sottolineato l’urgenza di una ampia rinegoziazione degli accordi commerciali esistenti con gli Stati Uniti, probabilmente riferendosi all’USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement). Questo accordo, firmato nel 2018, ha sostituito il precedente NAFTA (North American Free Trade Agreement) del 1994 e ha cercato di modernizzare le relazioni commerciali tra i tre paesi. Tuttavia, la confusione regna su quali beni saranno soggetti ai nuovi dazi e su come l’USMCA verrà effettivamente implementato alla luce delle minacce di Trump.

Scenario politico e opportunità future

La situazione è ulteriormente complicata dalla prossimità delle elezioni anticipate in Canada, fissate per il 28 aprile. Questo contesto politico ha reso il dibattito elettorale incentrato su come i vari partiti intendano affrontare la questione Trump e le sue politiche commerciali. Carney, esponente del Partito Liberale, ha visto un’opportunità nel disastroso clima politico generato dalle minacce statunitensi. Negli ultimi mesi, le tensioni con gli Stati Uniti hanno portato a un aumento della solidarietà tra gli elettori canadesi nei confronti del governo, contribuendo a un miglioramento nei sondaggi per il Partito Liberale, che era in crisi.

Al contrario, i conservatori, guidati da Pierre Poilievre, si trovano in una posizione difficile. Poilievre, con il suo stile comunicativo e le sue idee politiche di destra, ha spesso mostrato affinità con le posizioni di Trump, creando una frattura tra il suo partito e l’elettorato moderato che cerca stabilità e cooperazione internazionale. I principali partiti canadesi, in questo frangente, hanno concordato sulla necessità di mantenere una linea dura nei confronti degli Stati Uniti, evidenziando un raro consenso politico in un periodo di crescente incertezza.

La risposta del Canada alle aggressioni commerciali potrebbe anche spingere il governo di Carney a esplorare nuovi accordi commerciali con paesi al di fuori degli Stati Uniti. L’idea di diversificare i partner commerciali non è nuova, ma mai come ora è diventata una priorità strategica. Potrebbero essere esplorati accordi con paesi europei, asiatici e sudamericani, cercando di costruire alleanze che possano compensare eventuali perdite derivanti dal commercio con gli Stati Uniti.

La situazione attuale offre anche l’opportunità di riflettere sulle relazioni internazionali e sulle dinamiche di potere. Il Canada, tradizionalmente visto come un paese pacifico e diplomatico, si trova ora a dover difendere i propri interessi nazionali in un contesto globale sempre più competitivo e conflittuale. La sfida sarà quella di affrontare gli attacchi senza compromettere i valori fondamentali di cooperazione e rispetto reciproco che hanno caratterizzato le relazioni canadesi nel corso degli anni.

L’amministrazione Carney è chiamata a dimostrare capacità di adattamento e resilienza in questo nuovo scenario, dove la diplomazia commerciale diventa cruciale per garantire il benessere economico del paese. Rimanere fermi sui propri principi, pur mantenendo aperte le porte per future collaborazioni, sarà fondamentale per il futuro del Canada. La sfida è grande, ma le opportunità di reinventarsi e di costruire relazioni più equilibrate con altre nazioni potrebbero rappresentare una via d’uscita dalle attuali difficoltà.

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