Brasilia, 22 novembre 2025 – L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, figura centrale della politica latinoamericana degli ultimi anni, è stato nuovamente arrestato in esecuzione di un mandato emesso dalla Corte Suprema Federale. L’arresto segue un periodo di detenzione domiciliare iniziato nell’agosto scorso a causa di ripetute violazioni delle misure cautelari durante il processo a suo carico. La decisione della magistratura è stata motivata dalla necessità di preservare l’ordine pubblico, soprattutto dopo l’organizzazione di una veglia di sostegno a Bolsonaro da parte di suo figlio, il senatore Flavio Bolsonaro, giudicata a rischio per la sicurezza dei partecipanti e degli agenti.
Il percorso giudiziario e la detenzione cautelare
La detenzione dell’ex capo di Stato non rappresenta l’esecuzione della condanna definitiva a 27 anni e tre mesi di reclusione per tentato colpo di stato militare, pronuncia storica emessa lo scorso settembre dalla Corte Suprema brasiliana, ancora in fase di appello. Questa sentenza ha stabilito la responsabilità di Bolsonaro nel tentativo di mantenere illegalmente il potere dopo la sconfitta elettorale del 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva, con la giudice Carmen Lucia che ha sottolineato la volontà dell’ex presidente di erodere la democrazia e le istituzioni brasiliane.
La sentenza ha coinvolto anche sette suoi collaboratori, tra cui alti ufficiali militari e ex ministri, ritenuti complici di trame golpiste. Nonostante la condanna, Bolsonaro ha manifestato l’intenzione di candidarsi nuovamente alla presidenza nel 2026, sebbene la Commissione Elettorale Suprema gli abbia vietato la partecipazione elettorale fino al 2030 per la diffusione di false informazioni sul sistema di voto elettronico.
Alle prime ore del mattino, Bolsonaro è stato trasferito alla sede della Polizia Federale di Brasilia, dove viene trattenuto in una sala di rappresentanza riservata ad autorità di alto rango. La difesa ha espresso preoccupazione per le condizioni di salute dell’ex presidente, chiedendo il mantenimento degli arresti domiciliari.

Pericolo di fuga secondo il giudice
Il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha affermato nella decisione che ha portato alla carcerazione preventiva di Jair Bolsonaro che l’ex presidente avrebbe tentato di togliersi la cavigliera elettronica che porta da quasi 4 mesi e ciò quindi segnala un pericolo di fuga con il rischio imminente di evasione dai domiciliari.
Secondo il Centro di Monitoraggio Integrato di Brasilia, il dispositivo ha registrato una “violazione” alle 0:08 di oggi, fatto che — secondo Moraes — indica l’intenzione dell’ex presidente di “rompere la cavigliera” per garantire il successo nella veglia convocata dal figlio e senatore Flávio Bolsonaro davanti al condominio dove il padre era ai domiciliari dal 4 agosto scorso. Nell’atto giudiziario, Moraes sottolinea la “ripetizione del modus operandi” nella mobilitazione dei sostenitori per creare confusione e facilitare obiettivi personali, evocando anche il rischio che Bolsonaro cercasse riparo in ambasciate vicine alla sua residenza. E segnala inoltre che altri esponenti del cerchio ristretto dell’ex presidente sono già fuggiti all’estero, citando tra gli altri il deputato Alexandre Ramagem, la deputata Carla Zambelli ed Eduardo Bolsonaro, indicati come esempi di tentativi di sottrarsi alla giustizia.
Profilo politico e militare di Jair Bolsonaro
Nato nel 1955 a Glicério, nello Stato di San Paolo, Jair Messias Bolsonaro proviene da una famiglia con radici italiane, tedesche e calabresi. Dopo una carriera militare come capitano dell’esercito brasiliano, ha iniziato la sua attività politica come deputato federale per Rio de Janeiro nel 1991, mantenendo il seggio fino al 2018. Le sue posizioni populiste e di estrema destra, unite a un forte sostegno da parte delle chiese evangeliche e di settori conservatori, gli hanno permesso di emergere sulla scena nazionale, culminando con la sua elezione a presidente nel 2018.
Durante il suo mandato (2019-2023), Bolsonaro ha promosso una politica economica liberale ispirata ai Chicago Boys, guidata dal ministro Paulo Guedes, che ha previsto riforme pensionistiche e un vasto programma di privatizzazioni. Sul piano internazionale, ha espresso un netto avvicinamento agli Stati Uniti e una dura opposizione ai regimi socialisti latinoamericani, in particolare a quello venezuelano di Nicolás Maduro. Tuttavia, il suo governo è stato anche segnato da una forte contrapposizione ai diritti delle minoranze sessuali e da accuse di indebolimento delle istituzioni democratiche.
La crisi politica e le reazioni internazionali
L’arresto di Bolsonaro si inserisce in un contesto di forte tensione politica in Brasile, acuita dagli eventi dell’8 gennaio 2023, quando una folla di suoi sostenitori ha assaltato i palazzi del potere a Brasilia, in un episodio che ha richiamato alla memoria l’assalto a Capitol Hill negli USA del 2021. Molti dei partecipanti sono stati condannati a pene detentive rigorose, mentre Bolsonaro, rifugiatosi temporaneamente negli USA, è stato accusato di aver orchestrato queste azioni.
Il verdetto della Corte Suprema ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, i sostenitori dell’ex presidente denunciano un processo politico, mentre dall’altro il governo guidato da Lula da Silva sostiene il rispetto delle istituzioni. A livello internazionale, l’ex alleato statunitense Donald Trump ha definito la condanna “sorprendente” e ha espresso sostegno a Bolsonaro, minacciando ritorsioni contro i giudici brasiliani. Il governo Lula ha risposto condannando tali interferenze e riaffermando la sovranità del sistema giudiziario brasiliano.






