Josep Borrell, ex Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha commentato con fermezza la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina durante un incontro con la stampa presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento.
Borell sul riconoscimento della Palestina: “Non è un favore ad Hamas”
Borrell ha sottolineato che “riconoscere lo Stato di Palestina non significa fare un regalo ad Hamas”, smentendo così le accuse circolate anche in Italia. Ha evidenziato come questo atto rappresenti un passo verso la pace, un modo per affermare che la terra debba essere divisa tra due popoli. Ha inoltre ricordato che nella giornata precedente alle Nazioni Unite, dieci Paesi hanno riconosciuto formalmente la Palestina, portando a più di 150 il numero di Stati che hanno preso questa decisione.
La posizione critica sull’Unione Europea e la difesa europea
L’ex Alto rappresentante UE ha definito “inconsistente” la reazione dell’Unione Europea agli eventi in corso a Gaza, criticando le sanzioni proposte che ammonterebbero a circa 220 milioni di euro all’anno, giudicate insufficienti per influenzare il governo israeliano. Ha spiegato che la lentezza decisionale dell’UE è dovuta alle profonde divergenze tra i Paesi membri, citando l’esempio dell’Ungheria che ha bloccato alcune iniziative europee volte a condannare l’invasione israeliana a Rafah.
Borrell ha anche affrontato il tema della difesa europea, sottolineando l’importanza per gli europei di prendersi cura della propria sicurezza in un mondo sempre più instabile e incerto, dato che gli Stati Uniti potrebbero non essere sempre in grado di proteggere il continente a lungo termine.
Infine, in merito alla recente sentenza della Corte internazionale di giustizia che ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva a Rafah, Borrell ha evidenziato la difficoltà per l’UE nel conciliare il sostegno allo stato di diritto con quello a Israele, una scelta che si prospetta complessa per l’Unione.





