Brescia, 28 novembre 2025 – L’arrivo di un imponente Globemaster III statunitense presso la base militare di Ghedi ha riacceso i riflettori su un tema di cruciale importanza strategica per l’Italia e l’Europa: il ritorno delle bombe nucleari B61 nel nostro Paese. L’Italia, con le sue basi di Ghedi e Aviano, ritorna al centro della strategia della NATO.
Il rilancio della deterrenza nucleare in Italia
Per anni, le bombe B61 erano rimaste un elemento quasi invisibile nel dibattito pubblico italiano, pur essendo presenti sul territorio. Oggi, con l’acuirsi delle tensioni tra NATO e Russia, queste armi tornano a essere protagoniste di una complessa dinamica geopolitica. La variante più recente, la B61-12, rappresenta un significativo salto tecnologico: dotata di sistemi di guida di precisione e con potenza modulabile, si distacca dalle bombe nucleari tradizionali per divenire un’arma più sofisticata e mirata. Questo aggiornamento colloca l’Italia in un mosaico militare estremamente avanzato, dove l’F-35 assume un ruolo strategico, trasformando le basi di Ghedi e Aviano in nodi fondamentali dell’arsenale nucleare europeo.
L’incremento della presenza di questi velivoli negli aeroporti militari italiani è strettamente legato all’intensificarsi dei rapporti conflittuali con la Russia, segnalando una risposta concreta alla crescente insicurezza nel continente.

Un messaggio politico oltre che militare
L’atterraggio di un gigantesco C-17 in Lombardia non è solo un’operazione logistica ma un chiaro segnale politico rivolto al Cremlino. La NATO, che negli ultimi anni ha mostrato divisioni politiche, si presenta oggi più unita sul fronte nucleare, e l’Italia, grazie alla sua posizione strategica tra Mediterraneo orientale, fronte orientale europeo e Nord Africa, assume un ruolo di primo piano. La modernizzazione delle infrastrutture e la gestione del programma di nuclear sharing generano anche effetti economici importanti, con investimenti e opportunità di sviluppo industriale che pongono Roma in una posizione di vantaggio rispetto ad altre potenze europee come la Germania e la Francia.
Tuttavia, questa centralità comporta anche un costo elevato: le basi nucleari italiane diventano obiettivi prioritari in caso di conflitto, esponendo il Paese a rischi diretti in uno scenario di escalation militare. Questo aspetto è poco dibattuto in Italia, ma rappresenta una questione considerata cruciale nei circoli strategici internazionali.
Bombe nucleari in Italia
Non mancano le controversie di natura giuridica. La presenza delle armi nucleari in Italia non è mai stata formalmente ratificata da un atto parlamentare, lasciando zone d’ombra sul piano della trasparenza e della legittimità normativa. Le denunce delle associazioni pacifiste riflettono un malessere diffuso e la necessità di un confronto pubblico più aperto.
L’Italia si trova quindi a un bivio, chiamata a definire chiaramente il proprio ruolo in un contesto internazionale sempre più complesso, dove la deterrenza nucleare è tornata a essere un elemento centrale di sicurezza e politica estera. Il percorso futuro richiederà decisioni consapevoli, un dibattito strategico approfondito e la gestione attenta di un ruolo che, oggi più che mai, è al centro della mappa geopolitica europea e mediterranea.






