Nella giornata di oggi il governo di Berlino ha rivolto due appelli a Pechino sulla guerra in Ucraina e su Taiwan
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi nella capitale tedesca, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha rivolto un appello diretto a Pechino affinché eserciti la propria influenza sulla Russia per porre fine al conflitto in Ucraina e ha chiesto di evitare escalation a Taiwan. La visita dell’omologo cinese Wang Yi, la prima dopo l’insediamento del nuovo esecutivo tedesco, ha rappresentato l’occasione per discutere temi cruciali di politica internazionale.
La richiesta tedesca a Pechino: pressione su Mosca per la pace in Ucraina
Durante l’incontro a Berlino, Wadephul ha sottolineato come la Germania auspichi che la Russia torni al tavolo dei negoziati al più presto, con l’Ucraina pronta a riprendere il dialogo. La posizione tedesca evidenzia la volontà di accelerare la fine della guerra, affidandosi al ruolo che la Cina potrebbe giocare nel mediare tra Mosca e Kiev. La Germania, infatti, riconosce la crescente influenza internazionale di Pechino e ne auspica un contributo costruttivo per il ripristino della stabilità europea.
Taiwan, Berlino mette in guardia: “Nessuna escalation”
Parallelamente al tema ucraino, il ministro tedesco ha espresso una chiara posizione anche riguardo a Taiwan, ribadendo come una escalation militare nella regione avrebbe conseguenze significative non solo per l’area asiatica, ma per l’intero sistema internazionale. Wadephul ha puntualizzato che lo status quo a Taiwan può essere modificato solo attraverso modalità pacifiche, sottolineando l’importanza di evitare tensioni che possano minare la stabilità globale. L’appello a Pechino è dunque duplice: da un lato una pressione per la pace in Ucraina, dall’altro una ferma condanna di qualsiasi azione aggressiva verso Taiwan.
Questa visita segna un momento di dialogo importante tra Germania e Cina, due potenze globali che affrontano questioni geopolitiche di primaria rilevanza, con Berlino che cerca di coinvolgere Pechino nel delicato equilibrio internazionale.






