Bolzano, 10 dicembre 2025 – Nuova sentenza della Corte d’Assise di Bolzano nei confronti di René Benko, ex miliardario austriaco e fondatore del gruppo immobiliare Signa, coinvolto nel crac che ha coinvolto investitori e istituti finanziari in Europa. Il tribunale ha inflitto una condanna a 15 mesi di reclusione con sospensione condizionale per il reato di bancarotta fraudolenta, mentre la moglie di Benko è stata assolta da tutte le accuse.
Dettagli della sentenza e indagini in corso
Secondo quanto stabilito dalla Corte d’Assise, Benko è stato ritenuto responsabile solo per una parte degli oggetti rinvenuti nella cassaforte trovata nell’abitazione di amici, per un valore di circa 100.000 euro. La disponibilità di contanti (circa 120.000 euro), orologi e gioielli per un valore complessivo di 250.000 euro non è stata attribuita con certezza al 48enne, motivo per cui alcuni capi d’imputazione sono stati annullati. Nel precedente processo, lo scorso ottobre, Benko era stato condannato a due anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Innsbruck per bancarotta fraudolenta, con l’accusa legata anche a una donazione di 300.000 euro alla madre.
L’ex magnate è attualmente sotto inchiesta anche in Italia per una serie di operazioni immobiliari ritenute sospette, con procedimenti aperti in Austria, Germania e Italia per bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro. Nel marzo 2024 Benko ha dichiarato l’insolvenza personale dopo il fallimento di Signa Holding, un colosso immobiliare con un debito di 10,3 miliardi di euro. A dicembre 2024 la procura di Trento ha emesso un mandato di arresto e ha effettuato perquisizioni presso uffici e appartamenti riconducibili a Benko.
Il profilo del magnate e il crac di Signa
René Benko, nato a Innsbruck nel 1977, è stato uno degli imprenditori immobiliari più influenti d’Europa, fondatore di Signa Holding GmbH, che ha controllato un portafoglio immobiliare da oltre 23 miliardi di euro, comprendente prestigiose proprietà come il Chrysler Building di New York, grandi magazzini come Karstadt e Kaufhof, e immobili di rilievo in Italia e Germania. La sua ascesa imprenditoriale è stata rapida e accompagnata da stretti rapporti con la politica austriaca.
Il fallimento del gruppo Signa, dichiarato nel novembre 2023, ha comportato ingenti perdite per investitori e istituti finanziari, con un passivo stimato di oltre 13 miliardi di euro. Le difficoltà finanziarie sono state aggravate dall’aumento dei tassi di interesse e dalla conseguente impossibilità di sostenere il debito accumulato. Benko è stato inoltre accusato di aver occultato parte della massa fallimentare attraverso operazioni sospette, come la vendita fittizia di Villa Eden Gardone, e di aver trasferito ingenti somme a una fondazione creata a nome della figlia, di cui sarebbe il reale proprietario.
Con la condanna odierna si aggiunge un ulteriore capitolo a una vicenda giudiziaria che coinvolge uno dei più noti protagonisti del settore immobiliare europeo, ancora al centro di numerose indagini e procedimenti penali.
