Roma, 4 settembre 2025 – Un battello ha solcato le acque del Tevere per portare un messaggio chiaro e forte: “Palestina libera”. L’iniziativa, promossa da diverse realtà associative romane – tra cui Bds Roma, Liberi cittadini per la Palestina, Sanitari per Gaza e Rete No Bavaglio – si inserisce nel più ampio contesto della Global Sumud Flotilla, la flotta di imbarcazioni partita da vari porti europei con l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.
Una navigazione simbolica tra i monumenti di Roma

Il battello, carico di bandiere palestinesi e striscioni, ha compiuto un viaggio di circa un’ora sul Tevere, partendo e terminando a Castel Sant’Angelo, attraversando punti simbolici della città come il Palazzo di Giustizia e Ponte Milvio. Il percorso si è trasformato in una manifestazione corale, con i partecipanti che hanno intonato cori di solidarietà verso la Palestina e di condanna contro Israele, accusato di portare avanti un genocidio nella Striscia di Gaza. Un’immagine significativa è stata quella della cupola di San Pietro coperta dai vessilli palestinesi, mentre centinaia di persone hanno preso parte attivamente, salendo a bordo o seguendo la barca a piedi lungo il fiume.
L’evento ha avuto lo scopo di accendere i riflettori sulla drammatica situazione umanitaria di Gaza, dove le violenze continuano incessantemente e il numero delle vittime aumenta giorno dopo giorno. Simona Mattia, portavoce di Sanitari per Gaza, ha sottolineato che la missione della Global Sumud Flotilla rappresenta “una flotta di umanità” e ha ribadito che “non dovrebbe spettare ai civili, ma ai governi” garantire l’invio degli aiuti. I manifestanti chiedono un intervento concreto da parte dei governi occidentali, che finora hanno fatto “molto poco” per rispondere alle necessità di due milioni di palestinesi che necessitano urgentemente di beni alimentari e di un cessate il fuoco per “fermare il genocidio in corso”.
La causa palestinese e il riconoscimento internazionale
La protesta romana si inserisce in un quadro geopolitico complesso e di lunga data. Lo Stato di Palestina, proclamato unilateralmente nel 1988 dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), è riconosciuto oggi da 149 Paesi nel mondo, compresi 147 Stati membri delle Nazioni Unite, che ne sostengono l’esistenza come entità politica e geografica sovrana. Il riconoscimento della Palestina come Stato è una realtà consolidata a livello internazionale, anche se rimane controversa tra alcuni governi, tra cui quelli di Stati Uniti, Canada e parte dell’Unione Europea.
La Palestina rivendica la sovranità su territori parzialmente controllati, tra cui la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, con Gerusalemme Est indicata come capitale de iure, mentre il centro amministrativo si trova a Ramallah. Nonostante la difficoltà politica e militare, la comunità internazionale continua a sostenere la causa palestinese sia attraverso riconoscimenti diplomatici sia tramite iniziative umanitarie come la Global Sumud Flotilla.
In questo scenario, la protesta sul Tevere rappresenta un segnale di solidarietà dal basso, un appello affinché le istituzioni agiscano concretamente per interrompere la spirale di violenza e garantire diritti fondamentali alla popolazione palestinese. Antonella Moschillo, di Liberi cittadini per la Palestina, ha evidenziato come “il popolo dal basso sia vicino alla missione” della Flotilla e ha criticato duramente le parole della premier Meloni, accusata di non aver utilizzato il proprio potere per fermare la crisi umanitaria, affermando che tali dichiarazioni “ci fanno vergognare di essere italiani”.
Fonte: Davide Di Carlo - Global Sumud Flotilla, un battello sul Tevere: "Flotta di umanità, Meloni ci fa vergognare"






