Una sparatoria di massa ha scosso la tranquilla Bondi Beach, celebre spiaggia a est di Sydney, durante una festa dedicata alla celebrazione ebraica di Hanukkah. L’episodio ha provocato almeno dodici morti e circa sessanta feriti, creando una situazione di emergenza e paura nella comunità locale e oltre.
La sparatoria a Bondi Beach e l’intervento della polizia
Secondo le ricostruzioni delle autorità e le testimonianze raccolte, due uomini vestiti di nero sono scesi da un veicolo in Campbell Parade, vicino al Bondi Pavilion, e hanno aperto il fuoco contro la folla alle 18:40 locali (le 8:40 in Italia). L’evento, denominato Chanukah by the Sea, era pubblicizzato come una serata di festa per famiglie, con circa duemila partecipanti riuniti per accendere insieme la prima candela di Hanukkah.
La polizia del Nuovo Galles del Sud ha prontamente risposto all’attacco, neutralizzando uno dei presunti attentatori, mentre il secondo è rimasto ferito in condizioni critiche. Inizialmente si era parlato di due aggressori uccisi, ma le informazioni sono poi state aggiornate. Tra le vittime delle sparatorie è stato identificato anche il rabbino di Sydney, Eli Schlanger, figura di rilievo nella comunità ebraica locale.

Le autorità hanno immediatamente chiesto alla popolazione di evitare Bondi Beach, dove è in corso un’operazione per disinnescare un ordigno esplosivo improvvisato (IED), segnalato nelle vicinanze della spiaggia. La presenza di questo rischio bomba ha ulteriormente intensificato la tensione e l’allerta nella zona.
Il commissario di polizia Mal Lanyon ha definito quanto accaduto “un atto terroristico”, mentre il premier dello Stato di Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha sottolineato che l’attacco “era progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney” proprio durante l’Hanukkah, rovinando quella che avrebbe dovuto essere “una notte di pace e gioia”.
Reazioni e contesto sociale
L’attacco ha suscitato una vasta condanna a livello nazionale e internazionale. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha definito la sparatoria “un crudele attacco contro gli ebrei” e ha esortato le autorità australiane a intensificare la lotta contro l’antisemitismo.
Anche le organizzazioni musulmane australiane hanno espresso solidarietà alle vittime e alla comunità colpita, invitando tutti gli australiani a unirsi in segno di unità e compassione in un momento così drammatico.
Il presidente dell’Associazione ebraica australiana, Robert Gregory, ha definito la tragedia “del tutto prevedibile” e ha criticato il governo del primo ministro Anthony Albanese per non aver adottato misure adeguate a proteggere la comunità ebraica nonostante ripetuti avvertimenti.
Il racconto dei testimoni e la situazione a Bondi Beach
Le testimonianze raccolte sul posto descrivono momenti di panico e caos. Elizabeth Mealey, ex giornalista presente in un ristorante sul lungomare, ha raccontato di aver inizialmente scambiato gli spari per fuochi d’artificio, per poi rendersi conto della gravità della situazione. La gente ha iniziato a correre verso la spiaggia e a cercare riparo, mentre la polizia e i soccorritori intervenivano per mettere in sicurezza la zona e soccorrere i feriti.
Le immagini diffuse sui social mostrano un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e scene di confusione tra i presenti. Sono stati rinvenuti diversi proiettili a terra e armi abbandonate, tra cui un fucile a pompa.
Le parole di Albanese
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha condannato con fermezza la sparatoria avvenuta a Bondi Beach, definendola durante una conferenza stampa “un atto di antisemitismo e terrorismo di inaudita malvagità, che ha colpito nel profondo l’intera nazione”. Secondo il premier, quanto accaduto rappresenta un’esplosione di violenza difficile da comprendere, mentre il dolore e il trauma vissuti dalle famiglie delle vittime superano “il peggior incubo immaginabile”.
Albanese ha poi voluto sottolineare il comportamento di molti cittadini presenti durante l’attacco, ricordando come diversi australiani non abbiano esitato a esporsi al pericolo per prestare aiuto agli altri. “Sono degli eroi”, ha dichiarato, rimarcando che il loro coraggio e la loro prontezza hanno contribuito a salvare vite umane.
Uno degli attentatori era già noto
Uno degli autori dell’attacco avvenuto a Bondi Beach era già noto ai servizi di intelligence australiani. A confermarlo è stato il direttore generale dell’Asio, Mike Burgess, spiegando tuttavia che l’individuo non era considerato una minaccia imminente. La notizia è stata riportata da Abc News.
“Come per la polizia del New South Wales, anche per noi uno di questi soggetti era conosciuto, ma non rientrava in una valutazione di pericolo immediato. Ora dobbiamo capire cosa sia accaduto”, ha dichiarato Burgess. Il capo dell’intelligence ha precisato che, secondo le procedure standard, l’Asio sta verificando l’identità degli aggressori e analizzando eventuali collegamenti già noti alle autorità.
L’agenzia sta inoltre valutando se vi siano altre persone all’interno della comunità con intenzioni simili. “Al momento non abbiamo indicazioni in questo senso, ma si tratta di un filone su cui sono in corso indagini attive”, ha aggiunto.
Burgess ha infine ribadito che il livello di minaccia terroristica nazionale resta classificato come “probabile”, una definizione che indica una possibilità del 50% che si verifichi un attentato. “Non vedo cambiamenti nella valutazione attuale”, ha affermato, sottolineando che “purtroppo abbiamo appena assistito a un atto terribile in Australia”.
A Bondi Beach un uomo ha fermato uno dei terroristi
Sui social network sta circolando un video nel quale si vede un uomo, vestito con una maglietta bianca, riuscire a neutralizzare uno degli aggressori armati. Muovendosi tra le auto parcheggiate senza farsi notare, l’uomo si avvicina a chi sta sparando con un fucile e lo affronta fisicamente. Dopo una breve colluttazione, riesce a strappargli l’arma e a puntargliela contro, rendendo di fatto inoffensivo l’attentatore, che cade a terra e si allontana.
Hero.
Nothing less.
— Shane McInnes (@shanemcinnes) December 14, 2025
Interpellato sull’episodio, il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha definito la scena “la più incredibile” a cui abbia mai assistito. Minns ha sottolineato come l’uomo si sia avvicinato da solo a un individuo armato che aveva già aperto il fuoco sulla comunità, mettendo consapevolmente a rischio la propria vita per salvare quella di molte altre persone. “È un vero eroe – ha dichiarato – e non ho dubbi che questa notte siano in tanti a essere vivi grazie al suo coraggio”.
Le conseguenze dell’azione eroica
L’uomo che ha affrontato e disarmato uno degli attentatori durante la sparatoria di Bondi Beach è rimasto ferito ed è attualmente ricoverato in ospedale, dove dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico. Secondo quanto riferito dall’emittente australiana 7 News, le sue condizioni non destano particolare preoccupazione e la prognosi resta positiva.
L’eroe civile è stato identificato come Ahmed al Ahmed, 43 anni, sposato e padre di due figli. Durante l’azione è stato colpito da due proiettili a un braccio. Nonostante non abbia alcuna esperienza con le armi, si è lanciato contro uno dei due aggressori riuscendo a strappargli il fucile, un gesto che avrebbe contribuito in modo decisivo a salvare diverse vite.
Dalle immagini circolate online si vede l’attentatore disarmato allontanarsi in direzione del secondo uomo armato. È in quel momento che sarebbero partiti altri colpi, uno dei quali avrebbe raggiunto Ahmed mentre tentava di mettersi in salvo.
A raccontare l’accaduto è stato il cugino Mustafa, intervistato fuori dall’ospedale. “È ancora ricoverato e non sappiamo esattamente cosa stia succedendo all’interno – ha spiegato – ma i medici ci hanno rassicurato dicendo che starà bene. Dovrà essere operato e nelle prossime ore potremo finalmente vederlo”. Poi ha aggiunto, senza esitazioni: “È un eroe, al cento per cento. Quello che si vede sui social lo dimostra chiaramente: è davvero un eroe”.
L’eroe di Sydney è ebreo? Netanyahu ne è convinto, ma i media australiani dicono altro
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lodato il coraggio mostrato durante l’attacco a Bondi Beach, definendo “eroismo ebraico al suo massimo livello” l’azione del cittadino che ha disarmato uno dei terroristi, salvando probabilmente numerose vite. “Abbiamo visto il male al suo livello più basso e l’eroismo ebraico al suo livello più alto. Ho visto un video in cui un ebreo si lanciava contro uno degli assassini e gli strappava l’arma”, ha dichiarato Netanyahu, come riportato da Ynet.
Tuttavia, non è chiaro se l’uomo menzionato dal premier israeliano sia effettivamente ebreo. Diverse testate australiane, tra cui 7 News, lo identificano come Ahmed al Ahmed, un uomo musulmano di 43 anni, sposato e padre di due figli. L’informazione ha sollevato dubbi sulla corretta attribuzione dell’eroismo, evidenziando come le prime dichiarazioni possano differire dai dati riportati dai media locali.






