Bruxelles, 27 settembre 2025 – Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, ha chiarito oggi il proprio ruolo riguardo alla recente richiesta politica di scortare la Global Sumud Flotilla, la coalizione umanitaria internazionale diretta alla Striscia di Gaza. Un portavoce dell’Agenzia ha spiegato all’ANSA che fornire protezione o scorta non rientra nel mandato di Frontex, un’organizzazione civile specializzata nel controllo e nella gestione delle frontiere esterne dell’Unione Europea. Nel frattempo il Ministro degli Esteri Antonio Tajani si dice disposto a parlare con la protavoce della Flotilla.
Il mandato di Frontex: controllo e gestione, non scorta
L’agenzia con sede a Varsavia, guidata dall’esecutivo Hans Leijtens, è stata istituita per coordinare le attività di controllo delle frontiere esterne dello spazio Schengen e dell’UE. Secondo quanto riferito, Frontex non dispone della capacità né dell’autorità per scortare convogli marittimi come la Global Sumud Flotilla, che vede la partecipazione di più di 50 imbarcazioni e oltre 15.000 attivisti provenienti da 44 Paesi, tra cui volti noti come Greta Thunberg.
Il portavoce ha inoltre sottolineato che dalla Commissione europea non è arrivata alcuna richiesta formale di intervento per tale missione, ricordando che il mandato dell’agenzia si limita al supporto tecnico e operativo alle autorità nazionali nel controllo delle frontiere, alla gestione dei flussi migratori e al contrasto della criminalità transfrontaliera. Non rientrano invece nelle sue competenze la fornitura di protezione o scorta a flotte civili in mare.
Tajani e la disponibilità al dialogo con la portavoce della Flotilla
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato la propria disponibilità a un confronto con Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana della Global Movement to Gaza, qualora fosse richiesto. La dichiarazione è stata rilasciata a margine dell’evento ‘Libertà’, la festa di Forza Italia a Telese Terme (Benevento), in risposta alle domande sui piani della Farnesina riguardo al dialogo con la delegazione che ha recentemente lasciato la Flotilla diretta a Gaza.
Antonio Tajani ha sottolineato: “Se lo chiederà, io sono disposto ad ascoltare tutti, a parlare con tutti. Il mio telefono è sempre acceso, sono pronto ad ascoltare chi vuole parlare, lo abbiamo sempre fatto con tutti i nostri concittadini“. Delia, fisica torinese e volto italiano della missione di solidarietà con Gaza, ha guidato la Global Sumud Flotilla che mira a rompere il blocco navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza, trasportando aiuti umanitari e chiedendo il rispetto del diritto internazionale. La portavoce ha lasciato la Flotilla per rientrare in Italia proprio per condurre un dialogo diretto con le istituzioni italiane, finalizzato a garantire la sicurezza dei membri dell’equipaggio italiano e il successo della missione.
La posizione del governo italiano sulla Global Sumud Flotilla
Il vicepremier e ministro degli Esteri ha ribadito l’impegno del governo italiano nel monitorare costantemente la situazione della Global Sumud Flotilla. Sempre a margine della festa di Forza Italia a Telese Terme, Tajani ha sottolineato che la Farnesina segue minuto per minuto le mosse della Flotilla, assicurando assistenza consolare a tutti i cittadini italiani imbarcati.
Antonio Tajani ha evidenziato anche come il governo stia lavorando per garantire che tutti i beni trasportati dalla Flotilla raggiungano la popolazione palestinese senza rischi inutili. “L’importante è che possano essere consegnati tutti i beni che la Flotilla porta alla popolazione palestinese“, ha affermato. Ha inoltre ribadito la disponibilità della Marina Militare italiana a fornire un supporto di protezione civile in caso di emergenze, specificando che questo non equivale a un intervento militare.
Il ministro ha confermato i contatti con i governi di Belgio e Portogallo per coordinare l’assistenza ai cittadini europei coinvolti nella missione e ha ribadito la volontà di mantenere una linea di pace e stabilità, evitando un peggioramento della situazione nella regione.
Criticità e appelli alla mediazione
Nonostante gli sforzi diplomatici, la Flotilla ha rifiutato la mediazione proposta dal governo italiano, che prevedeva la consegna degli aiuti attraverso un passaggio a Cipro e il coinvolgimento del Patriarcato Latino di Gerusalemme. La delegazione della Global Sumud Flotilla ha confermato l’intenzione di proseguire direttamente verso Gaza, definendo il blocco navale israeliano “illegale” e denunciando la situazione come un “genocidio”.
Il governo italiano e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno lanciato appelli per evitare rischi alla sicurezza dei partecipanti, sottolineando l’importanza di consegnare gli aiuti attraverso canali sicuri e riconosciuti. Tajani ha espresso la speranza che il no della Flotilla a tali mediazioni possa trasformarsi in un sì, evitando così un’escalation di tensioni e garantendo la sicurezza di tutti i coinvolti.
Nel frattempo, la Farnesina continua a seguire da vicino ogni sviluppo, mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha avvertito che in acque israeliane non è possibile garantire la sicurezza delle imbarcazioni civili. La situazione resta quindi estremamente delicata e sotto stretta osservazione da parte delle autorità italiane.
La missione della Global Sumud Flotilla: un messaggio politico oltre l’assistenza umanitaria
“Ridurre la nostra missione al semplice trasporto di dieci tonnellate di cibo a Gaza sarebbe sminuente. L’obiettivo è rompere l’assedio“. Lo ha dichiarato all’ANSA Silvia Severini, attivista anconetana di 54 anni a bordo della Seulle, una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, la flotta umanitaria che sta navigando verso la Striscia di Gaza per manifestare solidarietà alla popolazione palestinese e chiedere la fine del massacro da parte del governo israeliano.
Secondo Severini, la missione non significa necessariamente sbarcare con gli aiuti ma punta a “sensibilizzare i governi affinché si assumano responsabilità concrete per interrompere l’assedio che Israele impone a Gaza e alla Palestina“. In questo momento, la Seulle si trova vicino alle coste greche, dove l’equipaggio ha scelto di evitare di navigare in acque internazionali durante la notte per questioni di sicurezza. Tuttavia, la rotta verso Gaza sarà ripresa entro la giornata, con la consapevolezza che la notte porterà la nave “in balia degli attacchi israeliani“.
La tensione a bordo è alta e la paura palpabile, soprattutto dopo i recenti attacchi subiti da alcune imbarcazioni della Flotilla. Nonostante ciò, Severini sottolinea la determinazione dell’equipaggio a non abbandonare la missione, alimentata dal grande sostegno manifestato nelle piazze italiane e internazionali. “Quando lunedì abbiamo visto cosa accadeva in Italia, ci siamo commossi e gridavamo tra una barca e l’altra. Ma non è solo commozione: il coraggio ce lo danno le piazze“, ha aggiunto.
Donzelli: “L’appello di Mattarella deve essere ascoltato”
Intervenuto a margine di un evento a Firenze, Donzelli, membro della Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia, ha ribadito come “C’è il presidente della Repubblica che si è espresso e ha fatto un appello, non sarebbe corretto da parte mia fare l’ipotesi che non venga ascoltato: io mi auguro che quando il presidente della Repubblica fa un appello sia ascoltato da tutti“. Il riferimento è all’invito di Mattarella rivolto alla Global Sumud Flotilla di consegnare gli aiuti umanitari per Gaza a Cipro, per evitare rischi e facilitare una mediazione.
Donzelli ha inoltre evidenziato l’importanza di una posizione unitaria: “Giorgia Meloni ha ringraziato non soltanto il presidente Mattarella, ma anche i partiti di opposizione che hanno dato segno di sensibilità nei confronti del presidente“. Il deputato di Fratelli d’Italia ha sottolineato che tutte le forze politiche dovrebbero rafforzare l’appello alla mediazione, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, dove la Flotilla sembra aver momentaneamente rifiutato la proposta.
Contesto politico e appelli alla mediazione
L’appello del Capo dello Stato ha suscitato reazioni diverse nell’arena politica. Mentre il governo guidato da Giorgia Meloni ha espresso apprezzamento, alcune forze di opposizione come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno invocato una riflessione più ampia sulla missione. Mattarella ha ribadito il valore umanitario della Flotilla, invitando però a un passaggio intermedio a Cipro per garantire la sicurezza e la buona riuscita degli aiuti destinati a Gaza.
La situazione rimane complessa, con la Flotilla che prosegue il suo viaggio nonostante gli appelli. La mediazione proposta dal Presidente della Repubblica rappresenta un tentativo di conciliazione tra esigenze umanitarie e sicurezza internazionale, mentre il dibattito politico italiano si concentra sul ruolo e sull’efficacia di questa iniziativa.
Le dichiarazioni di Zuppi, Bernini, Gasparri e Schlein
Dalla scena politica italiana, emergono posizioni contrastanti. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, ha dichiarato che il dialogo con la Flotilla è costante e che rimane viva la speranza di portare avanti la missione umanitaria, ricordando l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come un invito alto e di grande valore. Al contrario, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha espresso preoccupazione per i rischi connessi a operazioni in zone di guerra, sottolineando che l’aiuto alla popolazione palestinese deve essere garantito tramite canali sicuri e che azioni rischiose potrebbero generare più danni che benefici.
Anche nel centrodestra, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha criticato la Flotilla definendola una “messa in scena” che comporta costi elevati per l’Italia tra protezioni militari e rischi diplomatici, invitando a seguire le indicazioni della Chiesa per la consegna degli aiuti attraverso canali ufficiali.
Dal centrosinistra, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha invece espresso sostegno all’iniziativa, rimarcando l’importanza di proseguire il dialogo con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, che funge da mediazione per portare gli aiuti a Gaza in sicurezza. Schlein ha inoltre confermato che il Pd è in contatto con il governo e con la Flotilla per assicurare un percorso che tuteli gli attivisti e garantisca il successo della missione.
Flotilla, il plauso del CAIR alla richiesta di protezione lanciata da senatori USA
Il Council on American-Islamic Relations (CAIR) ha accolto con favore l’iniziativa di quattro senatori statunitensi che, con una lettera indirizzata al segretario di Stato Rubio, hanno chiesto di garantire che la Global Sumud Flotilla non subisca attacchi da parte di Israele.
“Accogliamo con favore questa importante presa di posizione dei senatori Markey, Merkley, Van Hollen e Warren, che sollecitano il governo americano a tutelare le vite dei cittadini statunitensi a bordo della Global Sumud Flotilla”, ha dichiarato in una nota Robert McCaw, direttore degli Affari Governativi del CAIR.
Secondo McCaw, è necessario che altri membri del Congresso sostengano l’iniziativa, affinché Israele sia chiamato a rispondere delle proprie azioni e venga garantito il passaggio sicuro ai cittadini americani impegnati a consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, colpita — ha aggiunto — dal genocidio in corso.
Flotilla, la delegazione italiana prosegue la missione: “Tutti gli occhi su Gaza”
Nonostante i tentativi di sabotaggio, la missione della Global Sumud Flotilla va avanti. A ribadirlo è la delegazione italiana, che sottolinea come l’attenzione debba restare puntata su Gaza, dove solo all’alba di oggi si sono registrate altre 44 vittime.
Secondo quanto comunicato dagli attivisti, la presenza italiana a bordo resta significativa: circa cinquanta persone hanno preso parte alla spedizione, di cui una quarantina ha deciso di rimanere sulle imbarcazioni, mentre il resto ha fatto ritorno in Italia per continuare il lavoro a fianco dell’equipaggio di terra. Tra questi ultimi figura anche la portavoce Maria Elena Delia, come già reso noto nei giorni scorsi.
La delegazione definisce la missione “complessa e delicata”, ricordando come le navi siano state più volte prese di mira da droni militari e come da settimane il governo israeliano lanci minacce di attacco. Una condizione che, spiegano, genera un livello di stress molto alto tra chi si trova a bordo. A questo si è aggiunta la comunicazione della Farnesina ai familiari degli attivisti italiani, in cui si afferma che non verrà garantita alcuna protezione in caso di azioni da parte di Israele: una scelta che i promotori della missione definiscono “un atto di sabotaggio gravissimo”.
Gli attivisti rivendicano la legittimità della decisione di chi ha preferito fermarsi a terra, ma al tempo stesso respingono le narrazioni che riducono la Flotilla al solo obiettivo di consegnare aiuti umanitari. “Un’interpretazione simile – sostengono – è strumentale al boicottaggio della missione e rappresenta l’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele”.
Fin dall’inizio, ricordano, l’iniziativa si è concentrata soprattutto sulla denuncia del blocco navale imposto da Israele a Gaza dal 2007, sull’assedio che grava sulla popolazione palestinese e sull’occupazione coloniale. “Un genocidio che ogni giorno – aggiungono – produce sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone”.
“La delegazione italiana – concludono – prosegue la navigazione insieme al resto della Flotilla internazionale verso est. All eyes on Gaza”.
Flotte umanitarie in partenza da Catania per rompere il blocco di Gaza
La pioggia che ha investito Catania non ha fermato i preparativi delle due nuove flottiglie dirette verso Gaza. Una decina di imbarcazioni, due attraccate al porticciolo di San Giovanni Li Cuti e le altre in rada, si stanno organizzando per prendere il largo con l’obiettivo di raggiungere la Striscia. Le iniziative sono promosse da Thousand Madleens to Gaza e dalla Freedom Flotilla Coalition, che hanno annunciato l’intenzione di salpare entro la serata, condizioni meteo permettendo.
Gli organizzatori spiegano che la missione mira a denunciare e sfidare il blocco imposto da Israele su Gaza, definito “illegale”, e a portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale i meccanismi che, a loro avviso, alimentano “crimini di guerra”. “Navigheremo – hanno dichiarato – perché le potenze mondiali permettono che l’assedio continui. Lo faremo per smascherare i sistemi che lo sostengono e per affermare i diritti del popolo palestinese”.
La cooperazione con la Global Sumud Flotilla
L’iniziativa Thousand Madleens to Gaza è strettamente collegata a Global Sumud Flotilla, con cui mantiene un contatto costante. Le due realtà si presentano come alleate, pronte a coordinare le rispettive attività pur mantenendo percorsi indipendenti. Alcune imbarcazioni del Global Sumud Flotilla, in particolare la nave Conscience, si uniranno in mare al gruppo delle Thousand Madleens.
Le barche trasportano principalmente forniture mediche, cibo a lunga conservazione e materiale scolastico, beni segnalati come prioritari dalle comunità palestinesi sul campo. Gli organizzatori sottolineano che la missione non si esaurirà con questa partenza, ma proseguirà fino a quando – dichiarano – la Palestina, “colpita da attacchi senza precedenti”, non sarà libera.
Il sostegno dei cittadini del mondo
Nel corso di una conferenza stampa, i promotori hanno ribadito che a sostenere la loro azione ci sono cittadini provenienti da vari Paesi, uniti da un impegno comune: lottare con mezzi non violenti per la fine dell’assedio e per la liberazione del popolo palestinese. Secondo gli organizzatori, la mobilitazione internazionale sta crescendo e sempre più persone scelgono di unirsi a iniziative simboliche e pratiche di resistenza civile.
In partenza anche una nuova imbarcazione con giornalisti e personale sanitario
Una nuova imbarcazione con giornalisti e personale sanitario prenderà il mare per Gaza il 1° ottobre, annunciato oggi dalla Freedom Flotilla Coalition a Catania. L’iniziativa è pensata per documentare la situazione nell’enclave e fornire assistenza medica, in un contesto che gli organizzatori definiscono di forte restrizione all’informazione esterna.
Secondo quanto comunicato in conferenza stampa, la nave è composta in prevalenza da reporter internazionali e da medici professionisti e lascerà il porto il primo giorno di ottobre. L’azione è stata presentata come una missione pianificata e non violenta, con imbarco volto sia alla raccolta di notizie che al supporto sanitario diretto.
Obiettivo informativo e sanitario
Gli organizzatori hanno spiegato che la presenza massiccia di giornalisti risponde al “blackout” mediatico denunciato: secondo la Coalizione, negli ultimi due anni a molti cronisti stranieri è stato impedito di entrare nella Striscia, limitando l’accesso alle informazioni su quanto accade sul terreno. La componente medica a bordo servirà invece per interventi di primo soccorso e valutazioni cliniche delle persone incontrate.
La motivazione politica e sociale
Nel corso della conferenza è stato sottolineato che le flotte operano con metodi non violenti e che cercano di colmare lacune che, a giudizio loro, i governi non hanno affrontato adeguatamente. L’appello finale rivolto a chi osserva da casa è stato un invito a un impegno più concreto: gli organizzatori hanno esortato il pubblico e le istituzioni a fare di più per la popolazione di Gaza.






