“L’IDF parla di errore, ma un errore è continuare la guerra e questi morti che stanno facendo. Basta odio, basta vendetta”. Queste parole di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, rilasciate in un’intervista a Corriere.it, esprimono un appello disperato alla fine del conflitto che sta causando sofferenze immense nella regione. Padre Faltas, frate francescano egiziano noto per il suo impegno di pace in Terra Santa, è in stretto contatto con il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, ferito negli ultimi attacchi ma ancora impegnato a soccorrere i bisognosi.
Padre Faltas: “La guerra è l’errore più grande”
Frate Ibrahim Faltas, originario di Alessandria d’Egitto e vicario della Custodia di Terra Santa eletto nel 2022, ha dedicato tutta la sua vita alla promozione della pace nel Medio Oriente. Nel suo lungo percorso, ha mediato in momenti di crisi come l’assedio della Basilica della Natività di Betlemme nel 2002, dimostrando la forza del dialogo anche nelle situazioni più difficili. Oggi, di fronte all’ennesimo escalation bellico, ribadisce con forza che “continuare la guerra è il vero errore, con morti innocenti che non devono più essere sacrificati”.
Nelle sue parole riecheggia il grido di chi vive quotidianamente la paura e la devastazione: “Basta odio, basta vendetta”. Una testimonianza che richiama l’attenzione sulle conseguenze drammatiche del conflitto, con la popolazione civile, in particolare i più fragili, che paga il prezzo più alto.
Padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza: ferito ma vicino alla comunità
Anche padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, è stato vittima dei bombardamenti. Nonostante una ferita riportata nell’attacco israeliano al complesso parrocchiale, continua ad assistere e sostenere la sua comunità, duramente provata dalla guerra. Nato a Buenos Aires e missionario da oltre trent’anni in Medio Oriente, padre Romanelli è un punto di riferimento per i cristiani e non solo nella Striscia di Gaza.
Il sacerdote è stato più volte in contatto con Papa Francesco, che ha manifestato la sua vicinanza e preghiera per la popolazione colpita dal conflitto. Le condizioni di vita a Gaza restano estremamente difficili: il complesso parrocchiale ospita ancora circa 500 persone sfollate e la carenza di cibo, acqua e medicinali è un problema quotidiano. Nonostante ciò, la comunità cristiana cerca di mantenere viva la speranza e la fede, anche attraverso le celebrazioni liturgiche e il sostegno reciproco.
Le parole di padre Faltas e la testimonianza di padre Romanelli rappresentano un monito e un appello urgente: la guerra non è un errore tattico, ma un errore umano e morale che dev’essere fermato per tutelare la vita e la dignità di tutti.






