Roma, 08 giugno – Almeno 21 civili sono stati uccisi in attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dall’alba di oggi, secondo fonti mediche palestinesi. Le riserve di carburante degli ospedali di Gaza sono destinate a esaurirsi entro due giorni, complicando ulteriormente la situazione per i feriti che cercano assistenza nelle strutture sanitarie del sud
Almeno 21 civili palestinesi hanno perso la vita dall’alba di oggi nella Striscia di Gaza a causa di nuovi attacchi condotti dall’esercito israeliano. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche locali. Le operazioni militari si sono intensificate in diverse aree del territorio, aggravando una situazione umanitaria già al collasso e rendendo sempre più difficoltoso il soccorso ai feriti.
Gaza, ospedali prossimi al collasso
Secondo quanto riferito dai responsabili sanitari locali, le scorte di carburante disponibili negli ospedali di Gaza potrebbero esaurirsi nell’arco di 48 ore. Senza nuovi rifornimenti, le strutture sanitarie non potranno più garantire nemmeno i servizi minimi, lasciando centinaia di feriti senza possibilità di cura. Molti di loro, in fuga dalle zone più colpite, stanno tentando di raggiungere gli ospedali rimasti operativi nel sud della Striscia, in particolare nella zona di Gaza Sud, ma anche questi sono ormai al limite delle capacità.
Colpiti Jabalia, Khan Yunis, Rafah e il Corridoio Netzarim
Gli attacchi si sono concentrati in diversi punti del territorio. A Jabalia, nel nord della Striscia, un raid aereo ha causato la morte di otto persone. Sempre nella parte settentrionale, a est di Khan Yunis, nella zona di Ma’an, sono stati recuperati i corpi di due civili dopo un bombardamento.
Particolarmente grave quanto avvenuto ad al-Mawasi, nella stessa area meridionale: un drone israeliano ha colpito alcune tende che ospitavano sfollati, provocando la morte di cinque persone, tra cui due bambine. Poco distante, un’altra donna è morta per le ferite riportate in un attacco precedente, sempre nella città di Khan Yunis.
Spari vicino ai centri di aiuto: quattro morti e decine di feriti a Rafah
Anche Rafah, nel sud della Striscia, continua a essere teatro di violenze. Quattro civili sono rimasti uccisi e altri settanta feriti quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti umanitari situato a ovest della città. La zona è da settimane al centro di operazioni militari e risulta particolarmente fragile per l’elevato numero di sfollati presenti.
Un morto e numerosi feriti nel centro della Striscia
Nel cuore della Striscia di Gaza, un altro civile è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco israeliani nei pressi di un altro sito di distribuzione di aiuti, situato lungo il cosiddetto Corridoio Netzarim. Numerose altre persone sono rimaste ferite nello stesso episodio, ancora una volta verificatosi in un’area destinata all’assistenza umanitaria.
Civili e infrastrutture nel mirino
Secondo fonti locali, le forze israeliane avrebbero preso di mira abitazioni e strutture civili, in particolare nella città di Jabalia, situata nel quadrante nord-orientale di Gaza. Gli attacchi avrebbero causato ulteriori danni a infrastrutture già compromesse e colpito zone ad alta densità abitativa, aumentando il rischio per la popolazione civile.