Venezia, 13 dicembre 2025 – Prosegue la mobilitazione per la liberazione di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto in Venezuela da oltre un anno. Trentini, coordinatore della ong francese Humanity & Inclusion impegnata nell’assistenza alle persone con disabilità, è stato arrestato il 15 novembre 2024 a un posto di blocco mentre viaggiava da Caracas a Guasdualito. Da allora, la sua detenzione è stata avvolta dal silenzio, con poche notizie sulle sue condizioni e senza accuse formali.
L’appello degli amici e della famiglia
Durante un’iniziativa organizzata a Mestre da Articolo 21 e Fondazione Pellicani, gli amici di Alberto hanno lanciato un accorato appello: “Aiutateci a riportarlo a casa“. Indossando magliette con l’immagine del cooperante, hanno condiviso un video emozionante, sottolineando che ogni gesto, anche solo parlarne, è fondamentale per mantenere viva l’attenzione sul caso.

La madre di Trentini, Armanda Colusso, ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione in una lettera letta durante l’incontro: “In questi 13 mesi ad Alberto è stata negata la vita. Continuiamo a sollecitare un intervento incisivo per la sua liberazione”. Ha denunciato la mancata presa di posizione dopo l’incontro tra il presidente Mattarella e la ministra venezuelana dello scorso ottobre, mentre ha ricordato che altri Paesi, come Svizzera e Francia, sono riusciti a recuperare i propri cittadini detenuti. “Ora che si avvicina il Natale – ha aggiunto – Alberto dovrà trascorrerlo in cella. Non dobbiamo arrenderci”.
Le condizioni di Alberto Trentini e l’impegno diplomatico
Secondo l’avvocata Alessandra Ballerini, che assiste la famiglia, “la situazione non è ferma e si sta trattando”. Ballerini ha chiesto un maggiore impegno da parte delle imprese italiane in Venezuela affinché facciano sentire la loro voce per Alberto, invitando anche i Comuni italiani, in particolare quello di Venezia, a manifestare pubblicamente il sostegno con striscioni per chiedere la libertà del cooperante.
Recentemente, l’ambasciatore italiano a Caracas, Giovanni Alberto De Vito, ha potuto visitare Trentini nel carcere El Rodeo, dove si trova detenuto da quasi 380 giorni. Secondo fonti ufficiali, le condizioni di umore di Trentini sarebbero migliorate rispetto alle visite precedenti, anche se permangono le difficoltà legate all’isolamento e alla mancanza di spiegazioni ufficiali da parte delle autorità venezuelane. L’uomo soffre inoltre di problemi di salute e non ha sempre accesso alle medicine necessarie.
Nel gennaio 2025, la Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH) ha concesso misure cautelari a favore di Trentini, definendo la sua situazione “grave e urgente” e chiedendo alle autorità venezuelane di proteggere i suoi diritti fondamentali. Finora, però, non si è registrata una risposta concreta da parte del governo di Caracas.
La famiglia, insieme a numerose associazioni e personalità politiche italiane, continua a sollecitare il governo italiano a intensificare gli sforzi diplomatici, affinché Alberto Trentini possa essere liberato e tornare finalmente a casa.






