Mosca, 4 agosto 2025 – L’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, ha espresso parole dure riguardo alla relazione tra Mosca e Roma, sottolineando una crescente sfiducia nei confronti delle autorità italiane. In un’intervista rilasciata al quotidiano Izvestia, Paramonov ha descritto l’attuale clima politico italiano come dominato da una “russofobia” e da una “ucrofilia” che si manifestano in modo particolarmente aggressivo, sostituendo la precedente emergenza sanitaria da Covid-19.
La leadership italiana e la chiusura verso Mosca
Secondo l’ambasciatore russo, la leadership italiana mantiene una posizione “ermeticamente chiusa” rispetto ai contatti ufficiali con la Russia a tutti i livelli istituzionali. I dirigenti italiani, ha detto Paramonov, ripetono come un mantra la loro lealtà alla NATO, che definisce un’organizzazione “aggressiva e distruttiva”, e si dichiarano disponibili ad aumentare le spese militari fino al 5% del PIL, una misura che per l’Italia rappresenterebbe una “vera catastrofe economica”. L’ambasciatore respinge le giustificazioni ufficiali, secondo cui tali misure servirebbero a prepararsi a una possibile invasione russa, definendole “una mera menzogna”.
Ulteriori rassicurazioni da parte delle autorità italiane, che negano lo stato di guerra con la Russia e il coinvolgimento militare diretto sul territorio ucraino, non convincono Mosca. Paramonov ha affermato che, nonostante le dichiarazioni ufficiali, la Russia non può fidarsi degli interlocutori italiani, poiché da anni i Paesi occidentali – Italia compresa – tendono a presentare la loro posizione in una luce più amichevole di quella reale.
Il futuro delle relazioni italo-russe tra sfiducia e distanza
L’ambasciatore ha inoltre ribadito che la partnership tra Italia e Russia, sancita da un Trattato di amicizia firmato nel 1994 da Silvio Berlusconi e Boris Eltsin, ha subito un forte deterioramento. Se in passato l’Italia era un partner economico privilegiato per Mosca, oggi le relazioni sono drasticamente cambiate: il fatturato commerciale tra i due Paesi si è ridotto di quasi cinque volte. Paramonov ha sottolineato che, qualunque sia l’evoluzione della situazione internazionale, “tornare alla condizione dell’inizio del 2022 non sarà possibile”.
In merito alla crisi ucraina, l’ambasciatore ha accusato l’Occidente, compresa l’Italia, di spalleggiare Kiev e di alimentare un’escalation militare, mentre la Russia sostiene di aver agito nel quadro del diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Nonostante la posizione critica, Paramonov ha evidenziato che la maggioranza della società italiana non percepisce la Russia come una minaccia, a differenza dell’élite politica.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui l’Italia, membro fondatore della NATO e dell’Unione Europea, si trova a dover bilanciare la propria posizione geopolitica in un contesto internazionale sempre più complesso e teso, con ripercussioni anche sulle relazioni economiche e diplomatiche con Mosca.






