Bruxelles, 28 agosto 2025 – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ufficialmente ammesso il ricorso presentato dall’Ungheria contro una decisione del Consiglio europeo relativa al sostegno militare all’Ucraina. La vicenda riguarda l’impiego dei profitti derivanti dal congelamento dei beni russi per finanziare il Fondo europeo per la pace (Epf).
Ricorso di Budapest contro la decisione Ue
Il ricorso, depositato da Budapest nel luglio scorso, contesta la decisione del Consiglio Ue del maggio 2024 che ha autorizzato l’uso dei fondi congelati per erogare aiuti militari a Kiev, bypassando di fatto il veto ungherese. L’Ungheria pretende l’annullamento della decisione di febbraio 2025, che ha concretizzato la distribuzione di una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina.
Secondo il governo ungherese, il comitato del Fondo europeo per la pace avrebbe violato l’articolo 31, comma 1, del Trattato sull’Unione Europea (TUE), che richiede l’unanimità per le decisioni di politica estera. In particolare, Budapest contesta che il proprio voto non sia stato preso in considerazione in quanto non ritenuto “Stato membro contributore”, privando così l’Ungheria del diritto di voto senza una base giuridica valida. Il ricorso denuncia dunque la violazione del “principio di uguaglianza tra gli Stati membri” e del “principio del funzionamento democratico dell’Unione”.
Contesto e implicazioni del sostegno militare a Kiev
La controversia si inserisce in un quadro geopolitico complesso, dove la guerra di aggressione russa all’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, continua a rappresentare una delle crisi più gravi per la sicurezza europea. L’Ucraina ha dimostrato una notevole resilienza nel resistere all’invasione russa, sostenuta da un consistente appoggio militare occidentale, ritenuto cruciale per la sua autodifesa.
Nonostante la posizione critica di Budapest, l’Unione europea nel suo complesso ha mantenuto un sostegno unito all’Ucraina, considerandolo un elemento fondamentale per respingere l’aggressione e preservare la sovranità ucraina. La disputa legale tra Ungheria e Ue evidenzia le tensioni interne sulla gestione delle politiche di difesa e politica estera, in un momento in cui l’unità europea è messa alla prova da scelte strategiche delicate.






