Roma, 21 ottobre 2025 – In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ha espresso un giudizio netto su Hamas, definendolo un “ostacolo alla pace” e sottolineando la necessità che il movimento consegni le armi. Abbas ha inoltre accolto con favore gli ultimi sviluppi diplomatici, in particolare l’annuncio di un cessate il fuoco a Gaza e la prima fase di un piano di pace promosso da Donald Trump.
Abu Mazen, ruolo dell’ANP e prima fase del piano di pace
Abu Mazen ha dichiarato: “Abbiamo accolto con favore l’annuncio del presidente americano di un cessate il fuoco a Gaza e l’avvio della prima fase, che comprende la liberazione di ostaggi e prigionieri, l’ingresso di aiuti umanitari gestiti dalle Nazioni Unite e il ritiro delle forze occupanti nelle linee concordate“. Ha ribadito che lo Stato di Palestina rappresenta l’autorità sovrana su Gaza e che è fondamentale ristabilire il collegamento con la Cisgiordania attraverso le leggi, le istituzioni e il governo, tramite il Comitato Amministrativo Transitorio e le forze di sicurezza legittime.
In questo contesto è stata concordata la presenza temporanea di una forza di stabilizzazione arabo-internazionale, con mandato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e Abu Mazen ha espresso apprezzamento per la disponibilità dell’Italia a svolgere un ruolo attivo in questa iniziativa.
Hamas, disarmo e futuro politico
Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che Hamas si disarmi e che non abbia alcun ruolo nel governo di Gaza: “Devono consegnare le armi“. Ha inoltre ricordato che il movimento ha la possibilità di trasformarsi in un partito politico, a condizione di aderire ai principi dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), riconoscere Israele, rispettare gli impegni internazionali e sostenere la soluzione dei due Stati.
Abbas ha ribadito che la soluzione dei due Stati resta l’unica opzione per garantire pace, sicurezza e stabilità nell’intera regione, con la Palestina che avrebbe diritto a uno Stato sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale. Ha annunciato inoltre l’intenzione di chiedere al governo italiano di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina a seguito dell’attuazione della prima fase del piano di pace.
Nel corso dell’intervista, Abu Mazen ha anche delineato i progetti dell’ANP per la costruzione di uno Stato moderno, democratico e non militarizzato, con l’organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari entro un anno dalla fine della guerra e la preparazione di una costituzione provvisoria. Tra le riforme in corso vi è l’abolizione dei pagamenti alle famiglie dei cosiddetti “martiri”, oltre a modifiche nei curricula educativi in conformità con gli standard internazionali.
Il presidente palestinese ha inoltre condannato con fermezza le esecuzioni sommarie compiute da Hamas a Gaza, definendole “azioni orrende e inaccettabili” che danneggiano gli interessi del popolo palestinese e ostacolano l’unificazione delle istituzioni statali sotto un’unica autorità legittima.






