Washington, 4 agosto 2025 – Nuovo capitolo nella tensione commerciale tra Stati Uniti e India. Il presidente Donald Trump ha lanciato un durissimo attacco contro Nuova Delhi, annunciando l’intenzione di aumentare sostanzialmente i dazi doganali sulle merci indiane importate negli Stati Uniti. Il motivo? L’acquisto e la successiva rivendita di grandi quantità di petrolio russo da parte dell’India, che secondo Trump genera profitti considerevoli a discapito della posizione economica americana.
Trump accusa l’India e annuncia aumento dei dazi
In un post pubblicato su Truth, la piattaforma social del presidente Usa, Trump ha scritto che “l’India non solo acquista enormi quantità di petrolio russo, ma poi gran parte di questo petrolio viene rivenduto sul mercato, generando grandi profitti”. L’ex presidente ha quindi dichiarato: “Per questo motivo, aumenterò sostanzialmente i dazi doganali pagati dall’India agli Stati Uniti”. L’attacco di Trump si fa ancora più duro quando afferma che all’India “non importa quante persone in Ucraina vengano uccise dalla macchina da guerra russa”.
Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali che vedono gli Stati Uniti intenti a rivedere i propri rapporti commerciali con numerosi paesi. Dopo aver annunciato dazi reciproci con vari partner commerciali – tra cui l’Unione Europea, il Vietnam e la Tailandia – Trump ha già fissato un dazio del 26% sulle merci indiane. Le nuove misure, che potrebbero essere ulteriormente inasprite in caso di ritorsioni, rappresentano una strategia di “dichiarazione d’indipendenza economica”, come definito dallo stesso presidente.
Reazioni internazionali e tensioni commerciali in crescita
L’annuncio di Trump segue l’adozione di tariffe reciproche che verranno applicate a partire dal 5 aprile 2025, con aliquote che variano dal 10% (come per il Regno Unito) fino al 46% (per il Vietnam). La Commissione europea, con la presidente Ursula von der Leyen, ha già manifestato la volontà di rispondere “al momento opportuno” con misure che mirino a stabilizzare i rapporti commerciali transatlantici. Anche il governo italiano, con la premier Giorgia Meloni, ha espresso preoccupazione per una possibile escalation commerciale, definendo i dazi una “misura sbagliata” che non conviene a nessuno.
Nel frattempo, la Casa Bianca ha precisato che l’India è stata inserita nella lista dei paesi colpiti dai dazi a causa delle sue pratiche commerciali legate al petrolio russo, mentre la Russia stessa non figura nell’elenco in quanto non intrattiene rapporti commerciali significativi con gli Stati Uniti.
Le tensioni commerciali sembrano dunque destinate a intensificarsi, con il presidente Trump che non esclude ulteriori aumenti delle tariffe doganali in risposta a eventuali ritorsioni. Gli effetti di queste mosse si stanno già facendo sentire sui mercati finanziari, con un calo significativo dei future di Wall Street e delle azioni di grandi aziende tecnologiche come Apple e Amazon.





