San Paolo, 14 novembre 2025 – Gli Stati Uniti, tramite il presidente Donald Trump, hanno annunciato una significativa riduzione dei dazi su una serie di prodotti alimentari, tra cui carne bovina, pomodori, banane e caffè, con l’obiettivo di contenere l’aumento dei prezzi al consumo e rispondere alle pressioni generate dal caro vita sul mercato interno.
Riduzione dei dazi e impatto sulle importazioni
Con un ordine esecutivo retroattivo al 13 novembre, firmato dal presidente Donald Trump, l’amministrazione statunitense ha disposto una serie di esenzioni dai dazi per prodotti agricoli che non sono prodotti negli Stati Uniti in quantità sufficienti a soddisfare la domanda interna. La lista comprende non solo carne bovina, pomodori, banane e caffè, ma anche noci, avocado, ananas, succhi di frutta, tè, spezie e fertilizzanti.

Questa misura segue settimane di negoziati tra gli Stati Uniti e paesi esportatori, tra cui il Brasile, dove gli esportatori di carne hanno accolto con favore il provvedimento. La Associazione brasiliana delle industrie esportatrici di carne (Abiec) ha evidenziato come la riduzione tariffaria restituisca prevedibilità al settore e rafforzi la fiducia nel dialogo tecnico bilaterale, riconoscendo il valore della carne brasiliana per qualità e contributo alla sicurezza alimentare globale.
Contesto e reazioni alla scelta di Trump
Da agosto, le importazioni statunitensi di carne brasiliana erano soggette a una sovrattassa del 50%, introdotta in due fasi da ordini esecutivi firmati da Trump. La decisione di ridurre i dazi arriva dopo l’incontro tra Donald Trump e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva lo scorso ottobre in Malaysia, che ha intensificato le trattative commerciali.
Nonostante la mossa sia stata accolta con favore da alcuni settori, non sono mancate critiche, anche sui social network, dove si è tornato a utilizzare il soprannome “Taco Trump” per indicare una presunta esitazione politica del presidente statunitense. Dal canto suo, la Casa Bianca ha sottolineato che la decisione fa parte di una strategia commerciale articolata e non rappresenta una sospensione generale dei dazi, che restano in vigore per altri prodotti e mercati.
L’ordine esecutivo rientra in un più ampio tentativo dell’amministrazione Trump di bilanciare la politica commerciale protezionistica con la necessità di contenere l’inflazione sui generi alimentari, tema centrale nella politica economica degli Stati Uniti nel 2025.






