Bruxelles, 30 luglio 2025 – Diciotto Paesi membri dell’Unione Europea hanno presentato richieste ufficiali per accedere allo strumento finanziario Safe, dedicato al sostegno degli investimenti nel settore della difesa. Lo ha reso noto oggi la Commissione Europea, sottolineando come la somma complessiva dei prestiti richiesti si aggiri attorno a 127 miliardi di euro, su un plafond complessivo di 150 miliardi messi a disposizione dall’esecutivo comunitario.
Paesi richiedenti e finalità dello strumento Safe
Tra i paesi che hanno manifestato interesse figurano Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Finlandia. Lo strumento Safe è stato sviluppato nell’ambito del piano europeo ReArm Europe e consente ai Paesi membri di contrarre prestiti a lungo termine, con rimborsi spalmati fino a 45 anni, per finanziare progetti di rafforzamento della difesa comune.
Il commissario europeo alla Difesa, Andrius Kubilius, ha definito la forte adesione a Safe come “un simbolo tangibile dell’unità e dell’ambizione dell’Ue in materia di sicurezza e difesa”. Kubilius ha inoltre evidenziato l’impegno della Commissione a supportare gli Stati membri nel potenziamento della resilienza comunitaria attraverso investimenti che spaziano dalla difesa militare a infrastrutture dual-use, capacità informatiche e catene di approvvigionamento strategiche.
Procedura e prospettive future
La manifestazione di interesse rappresenta una fase preliminare che consentirà alla Commissione di valutare le domande e prepararsi alla raccolta di fondi sui mercati dei capitali. Il termine ultimo per la presentazione formale delle richieste nell’ambito di Safe è fissato al 30 novembre 2025. L’Italia, in particolare, ha formalizzato la propria domanda a seguito di un vertice governativo a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, oltre al ministro della Difesa Guido Crosetto.
L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di rafforzamento della politica europea di difesa, con l’obiettivo di sviluppare un mercato unico della difesa che favorisca la cooperazione transnazionale, la produzione congiunta e una risposta più coordinata alle sfide strategiche attuali, quali le minacce convenzionali, gli attacchi ibridi e la militarizzazione dello spazio.
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