Washington, 10 ottobre 2025 – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato un severo monito nei confronti della Cina, definita “ostile” a seguito di una serie di iniziative commerciali aggressive da parte di Pechino. In un post pubblicato sulla piattaforma Truth, Trump ha annunciato di valutare un massiccio aumento dei dazi sui prodotti cinesi in arrivo negli Stati Uniti, alimentando così le tensioni fra le due potenze economiche mondiali.
La minaccia di un’escalation tariffaria
Trump ha sottolineato come la Cina abbia inviato lettere a numerosi Paesi, minacciando di imporre controlli sulle esportazioni di terre rare e altri materiali strategici, una strategia mai vista prima e che rischierebbe di intasare i mercati globali, rendendo la vita difficile a quasi tutte le nazioni, compresa la stessa Cina. Il presidente USA ha definito queste azioni come una grande ostilità commerciale nata dal nulla, ricevendo segnalazioni di forte malcontento da parte di altri Paesi colpiti. Ha inoltre espresso perplessità sulla tempistica di tali mosse, arrivate nel momento in cui si apre una nuova fase di pace in Medio Oriente.

Il tycoon ha avvertito che, come presidente, contrasterà finanziariamente questa offensiva cinese e non ha escluso ulteriori incrementi tariffari fino al 50% in caso di mancato ritiro delle misure di ritorsione da parte di Pechino.
Trump minaccia la Cina: reazioni dei mercati e diplomatiche
Le dichiarazioni di Trump hanno immediatamente influenzato i mercati finanziari: la Borsa di Milano ha registrato un rimbalzo con un rialzo dell’1,22% del Ftse Mib, mentre la Borsa di Tokyo ha chiuso in forte rialzo del 6,02%, recuperando dopo il crollo dell’8% dovuto alle tensioni doganali. Anche Wall Street mostra segnali di recupero con i future in rialzo.
Nel frattempo, Pechino ha invitato Washington al dialogo, chiedendo la cancellazione dei dazi unilaterali e di porre fine alla “soppressione economica e commerciale”. Un portavoce del Ministero del Commercio cinese ha definito l’attuale politica tariffaria degli Stati Uniti come unilateralismo, protezionismo e bullismo economico, invitando invece a una cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti.
Nonostante i tentativi di mediazione, anche da parte di leader di altri Paesi come il Giappone, che ha chiesto una revisione urgente delle tariffe imposte dagli Stati Uniti, lo scenario resta incerto. Il segretario al Tesoro americano Scotto Bessent ha comunque lasciato aperta la porta a negoziati futuri, invitando i Paesi coinvolti a presentare le proprie offerte per discutere una possibile intesa commerciale.






