Il Consiglio dei ministri dell’Economia (Ecofin) ha deciso ieri di abolire l’esenzione dal dazio per i pacchi di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra Ue, valutando allo stesso tempo misure che consentano di anticipare l’entrata in vigore della norma, oggi prevista per il 2028. Francia, Italia e altri Stati membri hanno già chiesto di anticiparla al 2026.
Perché introdurre un nuovo prelievo sui pacchi extra Ue sotto i 150 euro
L’Ecofin ha dunque disposto la revoca dell’attuale esenzione dai dazi doganali per i piccoli pacchi extra Ue fino a 150 euro. I ministri hanno raggiunto un’intesa per portare l’abolizione dell’esenzione al 2026, anziché a metà 2028, e il prossimo passo sarà definire un regime transitorio.
Negli ultimi anni il numero di spedizioni di articoli di basso valore acquistati online e diretti verso la Ue è aumentato rapidamente, soprattutto dalla Cina. Nel 2024 sono stati importati 4,6 miliardi di articoli sotto i 150 euro, il 91% dei quali provenienti dalla Cina: circa 12 milioni di pacchi al giorno. Si tratta di un incremento significativo rispetto ai 2,3 miliardi del 2023 e agli 1,4 miliardi del 2022, spinto dalla crescita di piattaforme cinesi come Temu e Shein.
Il fenomeno è legato anche all’aumento generale degli acquisti online: nel 2024 il 77% degli utenti internet della Ue ha effettuato shopping sul web, in crescita rispetto al 59% del 2014. La quota più elevata si registra tra i 25-34enni (89%), ma anche tra i 65-74enni la percentuale raggiunge il 53% (dati Eurostat).
Reazioni dai politici
Finora l’esenzione ha generato un problema di concorrenza sleale per i commercianti europei. “Abbiamo raggiunto un importante accordo politico per procedere con l’eliminazione dell’esenzione dai dazi per i pacchi fino a 150 euro che entrano nell’Ue“, ha dichiarato il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis, ricordando il forte aumento delle merci spedite da Paesi terzi, in particolare dalla Cina. Stephanie Lose, ministro danese degli Affari Economici della Presidenza di turno Ue, ha sottolineato che la rimozione della soglia doganale mira a garantire condizioni eque per le imprese europee e a ridurre l’afflusso di prodotti a basso costo, confermando l’obiettivo di una soluzione temporanea già nel 2026.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha espresso soddisfazione per l’accordo, ricordando la forte crescita dei piccoli pacchi extra Ue negli ultimi anni. Ha inoltre ribadito il sostegno dell’Italia a un’applicazione della misura già dal prossimo anno.
Ipotesi di tassa sui piccoli pacchi extra Ue nella manovra
Nel frattempo prende forma la manovra 2026. Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio, che dovranno essere presentati entro le 10 di questa mattina in Commissione Bilancio al Senato (con successiva selezione dei 414 testi segnalati entro il 18 novembre), potrebbe essere inserita una norma che introduce una tassazione aggiuntiva sui pacchi sotto i 150 euro provenienti da Paesi extra Ue, con l’obiettivo di regolamentare il fast fashion, in particolare quello dei produttori cinesi.
La proposta, avanzata da FdI, mira anche a individuare nuove risorse per una manovra che non potrà superare i 18,5 miliardi, rendendo necessari interventi a saldi invariati. Tra le possibili fonti di finanziamento è emersa anche un’ipotesi di tassazione agevolata al 12,5% — invece dell’attuale 26% — per la rivalutazione dell’oro da investimento (monete, lingotti, placchette), che secondo alcune stime potrebbe generare fino a 2 miliardi di euro.
Il governo sta valutando la fattibilità della norma sulla tassazione aggiuntiva per i piccoli pacchi extra Ue: si parla di un dazio di 2 euro per pacchi fino a 2 kg e di valore non superiore a 150 euro. È probabile che sia questa misura sia quella sull’oro vengano presentate come emendamenti in commissione.





