Firenze, 4 ottobre 2025 – Una nuova, pesante misura commerciale rischia di mettere in crisi uno dei simboli del made in Italy nel mondo: la pasta italiana. Gli Stati Uniti hanno infatti deciso di imporre un super-dazio sulle importazioni di pasta italiana, portando l’imposizione complessiva a quasi il 107%, una misura che preoccupa fortemente produttori e istituzioni italiane.
La stangata Usa: dazi fino al 107% sulla pasta italiana
Il Dipartimento del Commercio statunitense ha disposto un aumento dei dazi sulla pasta italiana, aggiungendo un nuovo dazio del 91,74% alla tariffa del 15% già vigente. Questa decisione, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, segue un’indagine che ha coinvolto due grandi produttori come La Molisana e Garofalo, ma che si estende a tutti gli esportatori italiani, inclusi nomi di rilievo come Barilla, Rummo e altre importanti aziende del settore.
L’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, ha definito questa misura come una “forzatura” che danneggerà pesantemente le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti e favorirà i produttori locali statunitensi, molti dei quali controllati da gruppi italiani che hanno delocalizzato la produzione oltreoceano. Scordamaglia ha inoltre sottolineato la pronta reazione dei ministeri degli Esteri e dell’Agricoltura italiani, che stanno lavorando per contrastare questa decisione.

Reazioni istituzionali e conseguenze economiche
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, intervenuto all’evento Leopolda a Firenze, ha commentato che la politica dei dazi statunitensi si rivelerà un boomerang per gli Usa, in quanto il loro mercato interno non produce molti dei beni tassati e l’aumento dei costi ricadrà sui cittadini americani, con effetti inflazionistici e un impoverimento delle fasce più deboli. Prandini ha invitato a reagire con una politica efficace e lungimirante per tutelare il settore agricolo italiano.
Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso preoccupazione per l’impatto dei dazi, definendoli “sempre un problema” e sottolineando che si era raggiunto un equilibrio sui mercati internazionali che ora rischia di essere compromesso.
Dal punto di vista economico, la stangata statunitense rischia di aggravare la già delicata situazione dell’export agroalimentare italiano verso gli Usa, che nei primi sette mesi del 2025 ha registrato un calo di circa 600 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2024, con un rallentamento strutturale delle esportazioni. La pasta, uno dei prodotti simbolo del made in Italy, si trova ora al centro di una battaglia commerciale che potrebbe ridisegnare i rapporti economici tra Italia e Stati Uniti nei prossimi anni.





