“I dipendenti di Stellantis sono passati da 37.288 nel 2020 a 27.632 nel 2024. In 4 anni sono stati persi 9.656 lavoratori. Lo rileva la Fiom-Cgil che parla di “grande fuga dall’Italia” della casa automobilistica. Ad influire su questo numero, annota la sigla sindacale dei metalmeccanici, ci sono “sicuramente le uscite volontarie”: in particolare, attraverso accordi sindacali che la Fiom-Cgil non ha firmato, sono state definite specifiche iniziative di uscita con accompagnamento alla pensione per i lavoratori piu’ anziani e di voluntary leave mediante risoluzioni del rapporto di lavoro. Gli esuberi dichiarati nel 2024, ricorda la Fiom, sono stati 3.700 e 2.352 nel 2025, per un totale di 6.052. I costi di queste ristrutturazioni ammontano a ben 777.276.000 euro. “Se stiamo ai dati di mercato, Stellantis sta perdendo quote di mercato in Europa e in Italia: se continua così noi corriamo il rischio di chiudere la produzione di automotive in Italia”, lo ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale di Fiom Cgil, a margine della conferenza stampa sulla situazione industriale di Stellantis in Italia, presso la sede di Corso Trieste 36. “Gli ammortizzatori sociali – continua De Palma – devono viaggiare insieme agli investimenti, bisogna mandare in pensione quella parte di lavoratori che non riescono più a stare in catena di montaggio e dobbiamo assumere giovani. E poi vorremmo dire al governo stop ai bonus dati che vengono dati senza ricadute reali sul nostro Paese. Abbiamo bisogno di auto di massa e dobbiamo rilanciare Alfa Romeo e Maserati. Perché ormai ci sono delocalizzazioni dei marchi italiani fuori dal contesto europeo. Le cifre di Stellantis che vediamo oggi sono le cifre di un fallimento. Chiediamo al nuovo amministratore delegato di aprire urgenemente un confronto e crediamo che la presidente del Consiglio Meloni non possa più far finta che non ci sia un problema automotive in questo Paese”.






