Roma, 7 agosto 2025 – Le spiagge italiane si presentano quasi deserte durante la settimana, con ombrelloni chiusi e un calo generalizzato delle presenze negli stabilimenti balneari stimato tra il 20 e il 30%. I dati preoccupanti riguardano i mesi di giugno e luglio, con consumi ridotti al minimo nei servizi di bar, ristoranti e noleggio attrezzature, secondo il bilancio tracciato dagli operatori del settore.
Il settore balneare in difficoltà: cause e accuse
Secondo le associazioni di categoria, tra cui Assobalneari, la contrazione delle presenze e dei consumi è legata principalmente a due fattori: la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane e il rallentamento del turismo straniero, in particolare quello europeo, influenzato da un contesto internazionale instabile e dalle incertezze economiche globali. Il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari, sottolinea di aver invitato gli associati a contenere gli aumenti tariffari, chiedendo di non incrementare i prezzi in modo significativo per venire incontro alle difficoltà delle famiglie.
Di parere simile il Sindacato Italiano Balneari (Sib), che segnala un aumento del 20% delle presenze e dei consumi a giugno rispetto al 2024, ma una riduzione complessiva del 15% a luglio, con punte fino al 25% in alcune regioni come Calabria ed Emilia Romagna. Il Sib evidenzia inoltre una composizione delle presenze sulle spiagge con meno italiani e più stranieri.
Al contrario, le associazioni dei consumatori puntano il dito contro il cosiddetto “caro ombrellone“. Il Codacons definisce il mare “un salasso per le famiglie” e accusa i gestori di stabilimenti balneari di presentare prezzi esorbitanti per servizi di lusso, citando esempi come la tenda imperiale del Twiga a 1.500 euro al giorno o la zona esclusiva del Cinque Vele Beach Club a Pescoluse, che può raggiungere i 940 euro per una giornata di agosto. L’Unione Consumatori denuncia rincari del 3,7% in un solo mese su stabilimenti balneari, piscine e palestre, mentre i villaggi vacanza e i pacchetti turistici hanno registrato aumenti ancora più consistenti, rispettivamente del 15,7% e del 16,1%.
Anche Assoutenti critica le politiche tariffarie, sostenendo che dopo i rincari dovuti alla pandemia e al caro bollette, i prezzi non sono stati ridotti, aggravando la situazione per le famiglie.
Le difese dei gestori e la posizione della ministra Santanchè
Gli operatori del settore respingono le accuse, sostenendo che gli aumenti, quando presenti, sono contenuti e oscillano tra il 4 e il 5%. Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, definisce “superficiale e fuorviante” la lettura che attribuisce il calo alle tariffe elevate e precisa che i prezzi per servizi standard, che includono vigilanza e sorveglianza in mare, si attestano tra 18 e 30 euro al giorno per ombrellone e due lettini.
Sul tema interviene anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che definisce “allarmistico e fuorviante” parlare di crisi del turismo ad agosto. La ministra ricorda che l’Italia si conferma ai vertici nel mercato turistico mediterraneo, sia per il tasso di saturazione delle agenzie di viaggio online, che si attesta al 48% a giugno e oltre il 43% a luglio, sia per la competitività dei prezzi, inferiori rispetto a destinazioni concorrenti come Grecia e Spagna. Santanchè sottolinea inoltre che il turismo sta cambiando forma, con un crescente numero di visitatori che sceglie i cosiddetti “mesi di spalla”, ovvero i periodi precedenti e successivi all’estate, ponendo l’accento sul fatto che l’estate non è più sinonimo esclusivo di mare.
Il confronto tra consumatori e gestori: un dibattito acceso
Il confronto tra gestori e utenti delle spiagge italiane si è acceso sui social network e nei media. Tra le voci critiche spicca quella dell’attore Alessandro Gassmann, che ha commentato la situazione denunciando un eccesso nei prezzi, che spinge molte famiglie italiane a preferire le spiagge libere. Anche altri personaggi pubblici, come il giornalista Salvo Sottile, hanno condiviso sui social simili lamentale.
Dal canto loro, i gestori puntano a evidenziare la complessità del quadro economico e la difficoltà di investire nel settore balneare a causa di una persistente incertezza normativa che dura da oltre un decennio. Licordari ricorda che gli imprenditori balneari sono chiamati a investire senza avere una certezza sul futuro delle concessioni, spesso minacciate da contestazioni provenienti da Bruxelles.
Dati e prospettive per il proseguimento della stagione
Secondo le stime di Fiba Confesercenti, la stagione estiva si presenta complessivamente deludente, con un calo tra il 25 e il 30% delle presenze nei mesi di giugno e luglio. Le associazioni di categoria sperano in una ripresa nelle settimane centrali di agosto, anche se riconoscono che la partenza lenta rischia di pesare negativamente sul fatturato complessivo della stagione balneare 2025.
In un contesto caratterizzato da consumi ridotti e prezzi elevati, il settore affronta una sfida di rilievo, chiamato a bilanciare le esigenze economiche delle imprese con la capacità di spesa delle famiglie italiane e le aspettative del turismo internazionale.
