Bruxelles, 11 luglio 2025 – La Commissione europea sta per proporre una riforma radicale della tassazione sui prodotti del tabacco, comprese le sigarette elettroniche e le bustine di nicotina, che potrebbe comportare aumenti significativi dei prezzi al consumo e una ridistribuzione delle entrate fiscali a livello comunitario. La notizia, anticipata da documenti riservati pubblicati da Euractiv, apre un dibattito acceso tra gli Stati membri, con timori diffusi riguardo agli effetti sociali ed economici della misura.
Riforma fiscale sui prodotti del tabacco: gli aumenti sulle sigarette
Secondo le bozze emerse, le accise sui prodotti del tabacco subiranno aumenti senza precedenti: +139% per le sigarette tradizionali, +258% per il tabacco da trinciato, e fino a +1.090% per i sigari, con aumenti rilevanti anche per il tabacco riscaldato, le sigarette elettroniche e i prodotti alternativi. L’impatto complessivo sui prezzi al consumo potrebbe superare il 20%, con un effetto inflazionistico stimato intorno a mezzo punto percentuale. In concreto, in Italia un pacchetto di sigarette potrebbe costare più di un euro in più.
Il progetto di riforma, parte di un pacchetto di 17 documenti che saranno presentati ufficialmente il 16 luglio nell’ambito della definizione del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (MFF) che entrerà in vigore nel 2028. Questo ha come obiettivo principale quello di creare nuove risorse proprie per il bilancio dell’Unione europea. Il cuore della proposta è infatti l’ipotesi di trasferire circa 15 miliardi di euro di gettito fiscale attualmente nelle casse nazionali direttamente nelle mani di Bruxelles.
Reazioni e criticità: dal contrabbando alla sovranità fiscale
L’iniziativa ha già scatenato forti prese di posizione da parte di diversi governi e esperti. Un funzionario europeo citato da Euractiv ha evidenziato come incrementi così repentini dei prezzi potrebbero favorire il contrabbando, come già osservato in Francia in passato, con il rischio concreto di una perdita di gettito fiscale maggiore rispetto a quella incassata.
Un ulteriore punto di forte dissenso riguarda la sottrazione di risorse fiscali agli Stati membri. La prospettiva che tali entrate confluiscano nel bilancio comunitario è considerata inaccettabile da numerosi Paesi, a partire dalla Svezia, che ha espresso una netta opposizione. La ministra delle Finanze svedese, Elisabeth Svantesson, ha definito la proposta “completamente inaccettabile”, sottolineando che “il gettito deve restare ai singoli Paesi, non finire nelle mani della burocrazia europea”.
In Svezia, la diffusione dello snus, un tipo di tabacco senza combustione in bustina, ha contribuito a ridurre significativamente il numero di fumatori, passando dal 15% al 5%, e a diminuire la mortalità per malattie legate al fumo del 54% rispetto alla media europea, rappresentando un modello alternativo di riduzione del consumo senza ricorrere a incrementi fiscali aggressivi.






