Roma, 25 dicembre 2025 – Nel quadro della legge di Bilancio 2026, il governo Meloni ha deciso di puntare su una serie di misure di detassazione per contrastare la perdita del potere d’acquisto dei salari, senza introdurre un salario minimo garantito, considerato inefficace dall’esecutivo. Le novità riguardano principalmente gli aumenti contrattuali, i premi di produttività, le indennità per lavoro notturno e festivo, e gli utili distribuiti ai lavoratori coinvolti nella gestione aziendale.
Detassazione degli aumenti contrattuali e limiti reddituali
I lavoratori del settore privato con contratti collettivi rinnovati tra il 2024 e il 2026 potranno beneficiare di un’imposta sostitutiva ridotta al 5% sugli aumenti salariali, a condizione che il reddito annuo non superi i 33 mila euro. Questo intervento è stato definito dal governo come un «risultato storico», anche se i sindacati hanno espresso critiche per l’assenza di riferimenti espliciti ai contratti firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, temendo un incentivo alla contrattazione pirata.
Premi di produttività, utili e lavoro straordinario: aliquote agevolate
Per i premi di produttività e gli utili distribuiti ai dipendenti partecipanti alla gestione aziendale, l’aliquota fiscale sostitutiva scende all’1% per importi fino a 5.000 euro, una modifica introdotta su richiesta della Cisl rispetto al testo originario che riguardava solo i premi. Il governo ha stanziato 200 milioni di euro per sostenere questa misura. Inoltre, per il lavoro svolto in orari notturni, festivi o su turni, è prevista una tassazione agevolata al 15%, riservata ai dipendenti con reddito lordo fino a 40 mila euro, e fino a un massimo di 1.500 euro di maggiorazioni.
Benefici per i dipendenti pubblici e novità fiscali
Anche i lavoratori del settore pubblico vedranno un aumento netto in busta paga grazie a un pacchetto fiscale che comprende la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per circa 3 milioni di statali. Il beneficio può arrivare fino a 56 euro mensili, ovvero 664 euro annui, in particolare per redditi fino a 50 mila euro. La detassazione al 15% si applica inoltre ai premi di produttività, con limite massimo di 800 euro per premio e soglia reddituale fissata a 50 mila euro. I maggiori guadagni riguardano comparti come la Sanità, le Funzioni centrali e locali, e la Scuola, con retribuzioni medie tra 33 e 43 mila euro annui.
La ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, in carica dal 2022 nel governo Meloni, ha annunciato queste misure come parte di una strategia complessiva per favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e salario, nonostante le critiche dei sindacati che denunciano un aumento della precarietà. Sul fronte della detassazione, il decreto lavoro approvato il primo maggio 2023 ha introdotto anche sostanziali cambiamenti nel sostegno al reddito, con l’Assegno di inclusione e la revisione del Reddito di cittadinanza, in linea con le politiche di attivazione al lavoro e formazione.






