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Home Economia

Sciopero generale del 3 Ottobre, è prevista la retribuzione per i lavoratori? I dettagli

by Giacomo Camelia
3 Ottobre 2025
Sciopero generale del 3 ottobre 2025

Alanews.it

Milano, 3 ottobre 2025 – L’Italia è attraversata oggi, 3 ottobre 2025, da uno sciopero generale che ha coinvolto settori pubblici e privati, indetto da diverse sigle sindacali (tra cui Cobas, Usb, Cgil, Cub, Sgb, sebbene la legittimità sia stata oggetto di dibattito della Commissione di Garanzia). La mobilitazione è stata organizzata in sostegno alla Global Sumud Flotilla e alla popolazione civile di Gaza, con manifestazioni che hanno generato disagi e momenti di tensione in diverse città, specialmente nei trasporti e nei porti.

La protesta mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle gravi implicazioni umanitarie del conflitto e sul blocco della missione navale. Tuttavia, al di là delle motivazioni politiche e sociali, un quesito fondamentale emerge per chi decide di aderire: quali sono le conseguenze economiche per i lavoratori scioperanti?

La retribuzione nello sciopero: un principio chiaro

La risposta è netta: i lavoratori che scioperano non vengono retribuiti per le ore o i giorni di astensione dal lavoro.

  • Principio di Corrispettività: Lo sciopero è l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito (art. 40 della Costituzione), ma sospende l’obbligazione principale del lavoratore, cioè l’esecuzione della prestazione lavorativa. Di conseguenza, in base al principio di corrispettività tra lavoro e retribuzione, il datore di lavoro è sollevato dall’obbligo di corrispondere la paga.
  • Trattenuta in Busta Paga: La retribuzione non percepita si traduce in una decurtazione in busta paga che non riguarda solo la paga oraria o giornaliera di base, ma si estende generalmente anche agli istituti retributivi differiti (come le ratei di tredicesima e quattordicesima) e ad altri emolumenti fissi e continuativi correlati alla prestazione. La trattenuta esatta varia in base al CCNL e al calcolo specifico del datore di lavoro.
  • Assenza Giustificata: Sebbene comporti la perdita della retribuzione, l’adesione allo sciopero non è considerata una violazione degli obblighi contrattuali e non può comportare sanzioni disciplinari né un’assenza ingiustificata.

    Sciopero generale oggi
    Sciopero generale oggi | ANSA/DANIEL DAL ZENNARO – alanews

In sostanza, la partecipazione allo sciopero ha un costo economico diretto per il lavoratore, rappresentando il “prezzo” dell’esercizio di un diritto democratico fondamentale.

Il caso della precettazione

Il quadro cambia radicalmente in caso di precettazione, un provvedimento straordinario previsto dalla Legge n. 146/1990 che regola l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali (come trasporti, sanità, istruzione, igiene urbana, energia).

La precettazione è un’ordinanza emessa dal Prefetto (per scioperi locali) o dal Presidente del Consiglio dei Ministri/Ministro delegato (per scioperi nazionali o interregionali), quando esiste il “fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti” derivante dall’interruzione del servizio.

Essa può imporre:

  • Il differimento (spostamento) dello sciopero.
  • La riduzione della sua durata.
  • L’imposizione di livelli minimi di servizio e il richiamo in servizio di personale specifico.

Se un lavoratore è specificamente precettato e non si presenta al lavoro, commette una violazione di legge e non esercita più un diritto tutelato. Le conseguenze, in questo caso, sono molto più severe:

  1. Sanzioni Disciplinari: Il lavoratore è soggetto a procedimenti disciplinari che possono portare a sanzioni conservative (multa, sospensione) fino, nei casi più gravi e reiterati, al licenziamento per giusta causa.
  2. Sanzioni Pecuniarie Amministrative: Il mancato rispetto dell’ordinanza di precettazione può comportare l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie (multe) che possono essere molto salate.
  3. Responsabilità Penale (casi estremi): In ipotesi molto gravi e specifiche, soprattutto in servizi vitali e in presenza di un effettivo danno all’utenza, l’assenza del lavoratore precettato potrebbe teoricamente ricadere anche nell’ambito dell’interruzione di pubblico servizio (anche se l’applicazione è rara e dibattuta).

In sintesi, la precettazione non vieta lo sciopero in generale, ma lo limita o lo posticipa per tutelare i diritti essenziali dei cittadini. Disattendere l’ordine di precettazione trasforma l’esercizio del diritto in una violazione sanzionabile.

Lo sciopero del 3 ottobre è stato precettato?

Per lo sciopero del 3 ottobre 2025, la Commissione di Garanzia aveva espresso un parere di illegittimità per violazione delle regole di preavviso, ma non risultano al momento precettazioni generalizzate emanate dal Governo, lasciando i disagi entro i limiti delle fasce orarie di garanzia previste per i servizi essenziali.

L’Usb sottolinea che la precettazione con tanto di sanzione amministrativa da 500 a 1000 euro per chi sciopera rappresenterebbe un “atto politico di estrema gravità, che si è verificato raramente”, ribadendo di non voler accettare un’ordinanza ritenuta ingiusta. La decisione finale, però, viene lasciata alla responsabilità di ogni lavoratore e lavoratrice.

Va aggiunto, però, che esiste un elemento che consentirebbe comunque a tutti i dipendenti pubblici di partecipare all’astensione. Infatti, per venerdì 3 ottobre era già stato indetto uno sciopero generale “contro il genocidio nella Striscia di Gaza” dal sindacato S.I. Cobas, nel pieno rispetto dei termini di legge: la comunicazione risaliva al 18 settembre. La Commissione di Garanzia ne aveva ridefinito l’ambito, escludendo alcuni comparti, e il sindacato si era adeguato eliminandoli dalla proclamazione. Di conseguenza, la mobilitazione resta del tutto legittima.

Tags: CGILGazaGlobal Sumud FlotillaSciopero 3 ottobre

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