Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato oggi il rinnovo semestrale delle sanzioni economiche contro la Russia, mantenendo in vigore le misure restrittive fino al 31 luglio 2026. Questa decisione segue la prassi consolidata dall’escalation del conflitto in Ucraina e conferma l’impegno comunitario nel rispondere alle azioni ritenute destabilizzanti di Mosca.
Il pacchetto di sanzioni contro la Russia: ambito e misure principali
Le sanzioni prorogate comprendono un ampio spettro di limitazioni settoriali che riguardano il commercio, la finanza, la tecnologia e i trasporti. Tra le misure più rilevanti vi è il divieto di importazione o trasferimento di petrolio greggio e di determinati prodotti petroliferi dalla Russia verso l’Unione Europea, con particolare attenzione al trasporto via mare. Inoltre, il pacchetto include l’esclusione di numerose banche russe dal sistema di messaggistica finanziaria Swift, fondamentale per le transazioni internazionali, e la sospensione delle attività di trasmissione e delle licenze nell’Ue di diversi organi di disinformazione legati al Cremlino.
Queste restrizioni si inseriscono in un contesto di 14 pacchetti di sanzioni adottati dal febbraio 2022, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, e rinnovati periodicamente per contrastare l’aggressione militare e le sue conseguenze destabilizzanti.
Il ruolo dell’Ungheria e la dinamica del consenso
La proroga delle sanzioni ha richiesto l’unanimità dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. Nei giorni precedenti all’approvazione, l’Ungheria aveva minacciato il veto, condizionando il via libera alla garanzia del transito di gas azero attraverso l’Ucraina verso l’Europa orientale, elemento cruciale per l’approvvigionamento energetico di Budapest e di altri Paesi senza sbocco sul mare come la Slovacchia.
Un compromesso raggiunto a Bruxelles ha portato al ritiro della minaccia di veto da parte di Budapest, consentendo così il rinnovo delle sanzioni. La Commissione Europea ha espresso la disponibilità a proseguire le consultazioni con Kiev per assicurare la continuità del transito energetico attraverso il territorio ucraino.
Il mantenimento delle sanzioni è stato inoltre accompagnato da una ferma condanna dell’escalation degli attacchi russi contro infrastrutture civili, in particolare nel settore energetico, e da un impegno rafforzato dell’Unione a sostenere l’indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina.
Questo rinnovo rappresenta un segnale chiaro della determinazione europea a mantenere la pressione su Mosca, in linea con la posizione espressa nelle concluse riunioni del Consiglio Europeo e in risposta alle continue dinamiche del conflitto nell’Europa orientale.






