Roma, 24 settembre 2025 – Il Senato della Repubblica ha dato il via libera definitivo alla delega al governo per l’introduzione del salario minimo mediante decreti legislativi. La decisione segue l’approvazione unanime della Camera e segna un passaggio legislativo cruciale nel panorama delle tutele dei lavoratori italiani. Il provvedimento, che deriva da una proposta originariamente presentata dalle opposizioni – tra i firmatari figurano Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni, Richetti e Magi – è stato trasformato in delega, affidando al governo il compito di definire le modalità attuative.
Il dibattito politico e sindacale sul salario minimo
Il voto al Senato ha registrato 78 sì e 52 no, con un acceso confronto tra maggioranza e opposizione. La segretaria confederale della UIL, Vera Buonomo, ha espresso critiche: “Non è la risposta che le lavoratrici e i lavoratori attendevano. Per ridare dignità al lavoro serve un sostegno agli accordi interconfederali e al Testo Unico sulla rappresentanza per rafforzare la contrattazione collettiva e combattere il dumping contrattuale». Buonomo sottolinea così la necessità di misure più incisive.
Dal fronte del Movimento 5 Stelle, il vicepresidente della 10ª commissione al Senato, Orfeo Mazzella, ha bollato il provvedimento come “una legge truffa”, evidenziando che l’attuale testo delega non risponde alle esigenze di circa quattro milioni di lavoratori con salari bassi. Mazzella accusa la maggioranza e il governo di “ipocrisia” e di aver stravolto l’iniziativa originaria, lasciando “uomini, donne e giovani al loro destino”.
Le prospettive e le posizioni istituzionali
Dal versante di Forza Italia, la senatrice Daniela Ternullo ha invece lodato il provvedimento come un passo fondamentale: “Tocca il cuore stesso del vivere civile: la retribuzione dei lavoratori garantisce dignità, libertà e stabilità alle famiglie. Nessun lavoratore in Italia deve essere retribuito in modo indegno. Molto dipenderà dai decreti attuativi, ma la direzione è quella giusta”.
La legge delega rappresenta un impegno concreto del Parlamento italiano a regolamentare la materia in questione, ma la sua efficacia sarà valutabile solo con la pubblicazione dei decreti legislativi attuativi, che definiranno i criteri, le soglie e le modalità di applicazione.



