La Rottamazione quinquies si appresta a entrare nella legge di bilancio 2026, confermando l’intenzione del Governo Meloni di offrire ai contribuenti una nuova opportunità per regolarizzare i debiti tributari in modo più sostenibile e mirato. Le novità, anticipate dal viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, puntano a superare le criticità emerse nelle precedenti definizioni agevolate, migliorandone l’efficacia e la sostenibilità.
Le caratteristiche della nuova Rottamazione
La quinta edizione della rottamazione prevede un approccio più flessibile rispetto al passato. A differenza delle prime quattro rottamazioni, in cui le prime due rate erano particolarmente gravose (costituendo il 20% del debito in due tranche del 10%), la Rottamazione quinquies introdurrà un piano di versamenti con rate mensili di importo costante, evitando così di scoraggiare i contribuenti fin dall’inizio del percorso di regolarizzazione.
Il piano di pagamento sarà esteso fino a un massimo di 96 rate distribuite in otto anni, con ipotesi di saltare fino a otto rate non consecutive senza perdere il beneficio, una tolleranza più ampia rispetto alle precedenti edizioni. Inoltre, si sta valutando un anticipo obbligatorio del 5% solo per debiti superiori a 50.000 euro, misura pensata come segnale di affidabilità, anche se alcune anime della maggioranza spingono per eliminarlo per favorire una più ampia partecipazione.
Esclusioni e criteri di accesso
Uno degli elementi chiave della nuova sanatoria è la selettività: saranno esclusi i cosiddetti “rottamatori seriali”, ovvero quei contribuenti che hanno già beneficiato delle precedenti rottamazioni senza chiudere definitivamente il debito, utilizzandole come strumento per bloccare pignoramenti o fermi amministrativi senza adempimenti concreti.
Sarà possibile, invece, la riammessione dei contribuenti decaduti dalle precedenti rottamazioni, con un piano di rateazione più lungo e sostenibile. La volontà del Governo, come sottolineato dal viceministro Maurizio Leo, è quella di circoscrivere la platea ai contribuenti con reale difficoltà di pagamento, migliorando l’efficacia della misura e contenendo i costi per le casse pubbliche.
Il confronto con le Regioni e i prossimi passi
Un nodo ancora aperto riguarda le osservazioni delle Regioni, che chiedono di prevedere il divieto per i beneficiari della rottamazione di accedere successivamente a finanziamenti o contributi pubblici finché non estinguano completamente i debiti fiscali. Questa condizione, se confermata, potrebbe complicare l’iter della nuova definizione agevolata.
La Commissione Finanze del Senato, presieduta da Massimo Garavaglia, ha già chiuso la discussione generale sul provvedimento e fissato al rientro di settembre il termine per la presentazione degli emendamenti, con l’obiettivo di inserire la rottamazione quinquies nella legge di bilancio 2026. Il Ministero dell’Economia è al lavoro per definire gli ultimi dettagli da sottoporre al Consiglio dei Ministri.
In parallelo, si attendono aggiornamenti sull’eventuale estensione della finestra temporale dei debiti ammessi, che potrebbe arrivare fino al 31 dicembre 2024, così da includere anche le cartelle più recenti, e sulla possibile introduzione di nuove forme di saldo e stralcio automatico per cartelle di importo contenuto.
Il Governo Meloni, attraverso la delega affidata a Maurizio Leo, sta dunque lavorando a una misura che bilancia rigore e flessibilità, mirando a un equilibrio tra necessità di incasso e supporto concreto ai contribuenti in difficoltà.






