Bruxelles, 18 ottobre 2025 – Nel 2024, oltre 93 milioni di persone nell’Unione Europea, pari al 21% della popolazione, hanno vissuto a rischio di povertà o esclusione sociale. È quanto emerge dai dati diffusi da Eurostat in occasione della Giornata internazionale per l’eradicazione della povertà. L’analisi regionale rivela una netta spaccatura tra aree di prosperità e territori in difficoltà, con il Sud Europa e le regioni ultraperiferiche che mostrano i tassi più elevati.
Le regioni con il rischio povertà più alto in Europa
Secondo le statistiche Eurostat, le cinque aree con il tasso di rischio di povertà o esclusione sociale più alto sono la Guyana francese (59,5%), la Calabria (48,8%), la città autonoma spagnola di Melilla (44,5%), la Campania (43,5%) e la città autonoma di Ceuta. Il Mezzogiorno italiano si conferma così come una delle zone più fragili d’Europa: oltre alla Calabria e alla Campania, anche la Sicilia (40,9%) e la Puglia (37,7%) superano ampiamente la soglia critica del 33%.

Complessivamente, 25 regioni europee contano almeno un terzo della popolazione a rischio povertà, concentrate principalmente in Grecia, Bulgaria, Spagna, Italia, Romania e nelle regioni ultraperiferiche francesi.
Disparità territoriali e tassi più bassi
La vulnerabilità sociale non risparmia neppure alcune regioni dell’Europa occidentale ad alto sviluppo economico, come Bruxelles e Brema, dove coesistono elevati livelli di povertà e prosperità economica. Al contrario, ventisei regioni europee registrano tassi di rischio inferiori al 12,5%, soprattutto nel Centro e Nord Europa. La Provincia autonoma di Bolzano si distingue con il dato più basso dell’intera Unione, solo il 6,6% della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, seguita da Bratislavskykraj in Slovacchia (8,6%) e Jihozapad in Repubblica Ceca (8,8%).
I dati confermano dunque un’Europa profondamente diseguale, con un Mezzogiorno italiano e alcune regioni ultraperiferiche che mostrano livelli di povertà più che doppi rispetto alla media europea.






