Roma, 19 settembre 2025 – È in discussione al Senato della Repubblica il disegno di legge Bucalo (FdI), che introduce una significativa riforma nel riscatto della laurea per i lavoratori del settore scolastico. L’iniziativa legislativa mira a ridurre drasticamente i costi e a semplificare le procedure per il riconoscimento ai fini pensionistici degli anni di studio universitario, con particolare attenzione a docenti, personale tecnico e amministrativo e ricercatori.
Riscatto della laurea: il nuovo costo agevolato per il personale scolastico
Attualmente, come rilevano i dati INPS aggiornati al 2025, il costo medio per riscattare un anno di studi universitari si attesta su circa 6.076 euro, con una spesa complessiva superiore ai 30mila euro per un percorso quinquennale. Il ddl Bucalo propone invece di abbassare questa cifra a poco più di 900 euro all’anno, applicando un’aliquota contributiva ridotta al 5%. Di conseguenza, un’intera laurea magistrale potrebbe essere riscattata con un onere totale di circa 4.500 euro.
Questa misura riguarda una platea potenziale di circa 1,2 milioni di lavoratori del comparto istruzione, includendo insegnanti di ogni ordine e grado, personale tecnico-amministrativo, ricercatori universitari e personale altamente qualificato.
Impatti sulla pensione e sul sistema scolastico
Il riscatto agevolato consentirebbe un importante anticipo dell’età pensionabile: un uomo potrebbe lasciare il lavoro dopo 37 anni di contributi, mentre per una donna il periodo richiesto scenderebbe a 36 anni. Oltre a favorire il ricambio generazionale liberando posti di lavoro per nuove leve, la proposta si inserisce in una strategia volta a migliorare il benessere lavorativo nel settore scolastico, contrastando fenomeni di burnout e valorizzando la qualità della didattica.
Confronto europeo e quadro normativo attuale
Ad oggi, in Italia, solo le forze armate godono del riscatto gratuito degli anni di studio a carico dello Stato, mentre in molti paesi europei, come la Germania, il riscatto è completamente gratuito. Con questa riforma, l’Italia intende ridurre il divario rispetto agli standard europei, inserendo la misura anche nel contesto degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il disegno di legge è attualmente all’esame della Commissione Affari sociali del Senato e, se approvato, rappresenterebbe una svolta nel sistema di welfare professionale dedicato al comparto dell’istruzione.
Parallelamente, l’INPS ha aggiornato il proprio servizio di simulazione del riscatto della laurea, accessibile online, che consente ai lavoratori di calcolare i vantaggi pensionistici derivanti dal riconoscimento degli anni di studio, tenendo conto sia del sistema retributivo sia di quello contributivo. Il servizio è rivolto a tutti i laureati, compresi i soggetti inoccupati che non hanno mai iniziato un’attività lavorativa né sono iscritti ad alcuna forma di previdenza obbligatoria.
Il riscatto può riguardare diplomi universitari, lauree triennali e magistrali, diplomi di specializzazione, dottorati di ricerca e titoli accademici riconosciuti, anche conseguiti all’estero purché siano stati validati ai fini previdenziali dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MUR). L’onere di riscatto, calcolato secondo criteri che variano a seconda del periodo storico e del tipo di sistema pensionistico applicabile, ha una possibilità di rivalutazione del montante contributivo per il calcolo della pensione futura.
