Roma, 22 settembre 2024 – Il rapporto annuale sullo stato dell’industria nucleare nel mondo presenta un quadro chiaro e aggiornato sull’andamento delle fonti energetiche globali: nel 2024, le energie rinnovabili registrano una crescita significativa, mentre il settore nucleare mostra segnali di rallentamento e difficoltà strutturali.
Nucleare in frenata, rinnovabili in ascesa
Nel 2024, la produzione globale di energia nucleare ha raggiunto un nuovo record di 2.677 terawattora (TWh), ma questo incremento è attribuibile quasi esclusivamente alla crescita cinese. Al di fuori della Cina, infatti, la produzione nucleare è diminuita del 14% rispetto al 2006, con un calo di 363 TWh. La quota del nucleare nel mix elettrico globale è scesa al 9%, il valore più basso degli ultimi 40 anni.
I dati evidenziano inoltre come gli investimenti nel settore nucleare siano nettamente inferiori rispetto a quelli nelle fonti rinnovabili: nel 2023, gli investimenti globali in rinnovabili non idroelettriche hanno raggiunto i 728 miliardi di dollari, mentre quelli nel nucleare si sono fermati a 21 miliardi di dollari. La nuova capacità installata di solare ed eolico ha superato i 565 GW, contro appena 5,4 GW netti di nuova capacità nucleare.
Il rapporto sottolinea che le piccole centrali modulari (SMR), considerate una possibile innovazione per il nucleare, stanno incontrando difficoltà: solo un progetto in Canada ha ottenuto l’approvazione per la costruzione, mentre in Cina si stanno sviluppando due tipologie di SMR, ma senza dati concreti sulle loro prestazioni. In Occidente, invece, non sono in corso nuove costruzioni di SMR e due startup nucleari europee stanno affrontando problemi finanziari.
A metà 2025, le centrali nucleari in costruzione sono 63 in 11 paesi. La Cina guida con 32 reattori in costruzione, seguita dalla Russia con 27 (di cui 7 domestici e 20 in altri Paesi). Attualmente nel mondo sono operativi 408 reattori nucleari in 31 nazioni, mentre 218 sono chiusi e 23 completamente smantellati.
Energia rinnovabile e sistemi di accumulo in crescita esponenziale
Il 2024 si conferma come anno di svolta per le energie rinnovabili, spinte da un drastico calo dei costi e da un’espansione rapida dei sistemi di accumulo energetico su scala di rete (BESS, Battery Energy Storage Systems). Oltre l’80% della capacità globale di BESS è stata aggiunta negli ultimi tre anni, con una crescita media annuale del 115% tra il 2021 e il 2024, raggiungendo complessivamente 360 GWh. Solo negli Stati Uniti, l’integrazione di 350 GWh di batterie su ruote potrebbe quasi raddoppiare la capacità mondiale di accumulo.
Questi dati indicano una transizione energetica sempre più orientata verso solare, eolico e sistemi di accumulo, che stanno diventando protagonisti del mercato globale della generazione elettrica, relegando l’energia nucleare a un ruolo marginale.
Le riflessioni degli esperti e il contesto italiano
Mycle Schneider, coordinatore del rapporto, ha espresso preoccupazione per il divario crescente tra la percezione pubblica e la realtà industriale del nucleare: “Nonostante le dichiarazioni politiche e i fondi pubblici stanziati in molti Paesi, il numero di Stati che costruiscono e operano centrali nucleari è in diminuzione. Il nucleare è diventato irrilevante nel mercato globale dell’energia, dominato da solare ed eolico”.
Benjamin Fishman della Fondazione Heinrich-Böll, che ha contribuito alla stesura del rapporto, ha aggiunto l’importanza di avere analisi indipendenti e rigorose su un settore spesso caratterizzato da scarsa trasparenza e interessi economici forti. Ha sottolineato come in Italia sia fondamentale mantenere aperto il dibattito sulla transizione energetica, soprattutto in un momento in cui il paese sta valutando un possibile ritorno al nucleare per rispondere alla crisi climatica e alla volatilità dei prezzi energetici. Il piano italiano prevede una quota compresa tra l’11% e il 22% di produzione elettrica da nucleare entro il 2050, ma le priorità restano focalizzate sulle rinnovabili, sulle reti intelligenti e sullo storage. Le principali criticità del nucleare italiano sono rappresentate dai costi elevati e dalla dipendenza da forniture estere di combustibile, con la Russia che resta un fornitore chiave a livello globale.
Il quadro internazionale: Cina e Russia protagoniste del nucleare
La Cina si conferma il motore principale della crescita nucleare mondiale, con 32 reattori in costruzione e un ruolo dominante anche nella produzione energetica complessiva. Nonostante ciò, le borse cinesi hanno registrato recentemente una fase di volatilità e ribassi, con le autorità di Pechino impegnate a raffreddare il mercato azionario per evitare bolle speculative.
La Russia, invece, mantiene una posizione di rilievo nel settore nucleare, con 27 reattori in costruzione, di cui 20 all’estero, e guida l’export mondiale di reattori. La dipendenza da forniture russe di combustibile nucleare rappresenta una delle principali preoccupazioni per molti Paesi, inclusa l’Italia.
In questo contesto, l’energia nucleare appare sempre più marginale a livello globale, mentre solare, eolico e sistemi di accumulo consolidano la loro leadership nel mercato elettrico, confermando la trasformazione del settore energetico verso modelli più sostenibili e innovativi.






