Roma, 24 settembre 2025 – Quasi una persona su dieci in Italia vive in condizioni di povertà assoluta, un fenomeno che si è ormai consolidato come una vera e propria emergenza sociale. A lanciare l’allarme è l’Alleanza contro la Povertà, che denuncia la crescita costante dei numeri negli ultimi dieci anni e la scarsa efficacia delle risposte politiche messe in campo finora.
La povertà assoluta in Italia: numeri allarmanti
Secondo i dati più recenti forniti dall’Istat, nel 2023 il tasso di povertà assoluta ha raggiunto livelli record, con l’8,4% delle famiglie italiane – pari a circa 2,2 milioni di nuclei familiari – e 5,7 milioni di individui, equivalenti al 9,7% della popolazione, che vivono in povertà assoluta. La situazione è particolarmente grave tra i minori: il 13,8% di bambini e adolescenti, più di 1,3 milioni di giovani, vive in famiglie povere. L’incidenza cresce ulteriormente tra famiglie numerose, monogenitoriali e quelle con cittadini stranieri, dove la povertà assoluta arriva a interessare addirittura il 35% dei nuclei.
Le cause principali di questo impoverimento sono molteplici e interconnesse: l’inflazione, soprattutto quella alimentare e abitativa, la precarietà lavorativa, i bassi salari, il caro-affitti e la debolezza dei servizi sociali territoriali, che non riescono a fornire risposte adeguate a chi si trova in difficoltà.
Critiche e proposte
L’Alleanza contro la Povertà sottolinea che la situazione è ulteriormente peggiorata con l’introduzione dell’Assegno di Inclusione (ADI), entrato in vigore il 1° gennaio 2024. Questa misura, che avrebbe dovuto sostituire il Reddito di Cittadinanza, ha visto una drastica riduzione della platea dei beneficiari: si è passati da circa 1,3 milioni di famiglie assistite con il Reddito di Cittadinanza a 695 mila nuclei familiari (circa 1,7 milioni di persone) con l’ADI, pari al 2,5% della popolazione, riducendo così la capacità di protezione del sistema di welfare.
In un recente documento di approfondimento presentato al Senato il 14 settembre, l’Alleanza ha avanzato una serie di proposte per migliorare il contrasto alla povertà, tra cui: allargare la platea dei beneficiari superando i criteri esclusivamente categoriali, ridurre i vincoli di residenza che penalizzano gli stranieri, consentire l’integrazione con redditi da lavoro per evitare il ritorno alla povertà, indicizzare i benefici all’inflazione, rafforzare i servizi sociali territoriali e attivare un tavolo tecnico-politico permanente.
L’obiettivo dichiarato è che le politiche di sostegno tornino a garantire dignità e protezione a milioni di persone che oggi rischiano di essere lasciate sole.






