Nel dibattito aperto dalla Manovra sulle pensioni anticipate 2027, emergono importanti novità riguardo all’adeguamento dell’età pensionabile e alle misure dedicate a categorie specifiche di lavoratori. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente confermato che il governo intende intervenire per modulare l’innalzamento dell’età pensionabile, con particolare attenzione ai lavoratori usuranti e precoci, privilegiando un trattamento differenziato in base alla meritevolezza.
Adeguamento età pensionabile e sterilizzazione selettiva
Dal 2027 è previsto un aumento dell’età pensionabile che, tuttavia, sarà soggetto a una “sterilizzazione selettiva”. Il blocco dell’innalzamento di tre mesi sarà graduale e non riguarderà tutti indistintamente: solo chi compirà 64 anni nel 2027 potrà beneficiare dello stop completo. Per la pensione di vecchiaia si prevede un congelamento dell’età a 67 anni invece che 67 anni e tre mesi. Inoltre, per la pensione anticipata, si introdurrà un criterio anagrafico che limiterà il congelamento di tre mesi a chi abbia raggiunto specifici requisiti contributivi e anagrafici, come 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, ma solo se non si è ancora superata la soglia dei 64 anni.
Novità su Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale
Il Ministero del Lavoro, guidato da Marina Elvira Calderone, ha proposto la proroga di strumenti come Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale. Queste misure consentono rispettivamente alle donne con almeno 35 anni di contributi di andare in pensione anticipata con assegno ricalcolato con il metodo contributivo, la pensione anticipata a 62 anni con almeno 41 anni di contributi e il pensionamento anticipato per categorie vulnerabili con requisiti inferiori ai 67 anni. La proroga di tali strumenti mira a garantire una maggiore flessibilità per chi opera in condizioni particolari.
Pensioni anticipate 2027: contributiva e fondi pensione
Tra le novità più rilevanti della legge di bilancio si segnala la possibilità per i lavoratori di integrare il reddito previdenziale con somme provenienti da fondi pensione, al fine di raggiungere la soglia minima richiesta per la pensione anticipata contributiva. Dal 2025, chi vorrà usufruire di questa opportunità dovrà però aver accumulato almeno 25 anni di contributi, soglia che salirà a 30 anni nel 2030. Il limite reddituale esclude chi percepisce un reddito previdenziale superiore a cinque volte l’assegno sociale. Tuttavia, la platea iniziale di beneficiari sarà molto contenuta, con circa un centinaio di lavoratori nel 2025 e un aumento stimato a 600 nel decennio successivo. Paolo Pellegrini, vice direttore generale di Mefop, sottolinea come questa riforma sia pensata per un impatto a lungo termine, incentivando soprattutto i lavoratori più giovani ad aderire alla previdenza complementare.
Tempistiche e coperture finanziarie
Il governo Meloni intende chiudere la Manovra entro metà ottobre 2025, per poi presentare il testo al Consiglio dei Ministri e successivamente al Parlamento. I tecnici stimano che l’adeguamento dei requisiti pensionistici comporterà un aumento della spesa di circa 2 miliardi di euro nel biennio 2027-28, con un costo a regime di circa 3 miliardi. L’applicazione del “paletto” dei 64 anni ridurrebbe tali costi a circa 1,5 miliardi nel biennio e 2 miliardi a regime.
L’attenzione resta alta sulle conseguenze che questi interventi avranno sulla platea dei lavoratori, soprattutto in relazione all’innalzamento progressivo dell’età pensionabile previsto dagli adeguamenti legati alla speranza di vita, che dal 2027 torneranno ad essere applicati in modo automatico.






