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Home Economia

Pensione al 100% dello stipendio: le strategie vincenti per chi ha 30, 40 o 50 anni

by Redazione
24 Marzo 2025
Pensioni al minimo: il 53% degli assegni sotto i 750 euro, dati allarmanti dall'Osservatorio Inps

Pensioni al minimo: il 53% degli assegni sotto i 750 euro, dati allarmanti dall'Osservatorio Inps - Pexels - Alanews.it

La questione della pensione è un argomento cruciale per molti lavoratori in Italia, specialmente in un contesto economico in continua evoluzione. L’idea di andare in pensione con un assegno pensionistico pari al proprio stipendio attuale è un sogno che molti nutrono, ma che richiede pianificazione e strategie mirate, soprattutto per i lavoratori di diverse fasce di età. In questo articolo, esploreremo le opportunità e le sfide per chi ha 30, 40 o 50 anni, fornendo indicazioni dettagliate su come massimizzare i propri risparmi per la pensione.

Il TFR come alleato strategico

Per i giovani lavoratori, come quelli di 30 anni, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) può rappresentare un alleato prezioso per garantire un futuro pensionistico sereno. Infatti, conferire il TFR in un fondo pensione potrebbe portare a rendimenti significativi. I dati mostrano che un 30enne che investe in una linea ad alto rischio (80% azionaria mondiale – 20% obbligazionaria governativa europea) potrebbe raggiungere un assegno pensionistico che supera il 100% del proprio stipendio attuale, a patto di mantenere una costanza negli investimenti e di non trascurare i versamenti aggiuntivi.

D’altra parte, i lavoratori più maturi, come quelli di 40 e 50 anni, potrebbero non avere la stessa flessibilità. Per loro, il conferimento del TFR in previdenza integrativa potrebbe portare a percentuali di sostituzione tra il 77% e il 90%, a seconda della linea di investimento scelta. Nonostante ciò, queste cifre sono comunque superiori rispetto al passato, quando le pensioni dei genitori e dei nonni si attestavano intorno all’80% dell’ultimo stipendio.

Versamenti aggiuntivi: un passo necessario

Per i 40enni e 50enni, i soli TFR potrebbero non essere sufficienti. Per raggiungere il 100% dello stipendio, dovranno considerare versamenti aggiuntivi mensili, che variano in base al profilo di rischio scelto. Ecco un esempio di quanto potrebbe essere necessario versare:

  1. 40enne ad alto rischio: circa 119 euro al mese.
  2. 50enne a basso rischio: fino a 843 euro mensili.

Questi importi, sebbene possano sembrare elevati, beneficiano della deducibilità fiscale, riducendo l’impatto reale sui bilanci familiari.

L’importanza della carriera e dell’andamento del reddito

Un altro fattore chiave da considerare è l’andamento della carriera professionale. Se i redditi crescono nel tempo, la pianificazione pensionistica deve essere adeguata di conseguenza. È fondamentale aumentare i versamenti in previdenza integrativa in linea con l’aumento del reddito, altrimenti si rischia di trovarsi con un assegno pensionistico che non riesce a mantenere il tenore di vita desiderato.

Simulazioni recenti dimostrano che, in scenari di crescita del reddito, il tasso di sostituzione pensionistica scende a valori compresi tra il 55% e il 61%. Questo significa che, sebbene l’assegno pensionistico possa aumentare in valore assoluto, la sua incidenza rispetto al reddito totale diminuisce. Pertanto, è essenziale che i lavoratori siano proattivi nella gestione delle loro finanze e non trascurino i contributi previdenziali.

Il confronto tra TFR e fondi pensione

Un aspetto spesso trascurato nella pianificazione pensionistica è il confronto tra i rendimenti del TFR e quelli dei fondi pensione. Negli ultimi dieci anni, i dati della Covip mostrano che, al netto della tassazione, il TFR si è rivalutato mediamente del 2,4%. Tuttavia, i fondi pensione hanno mostrato rendimenti variabili, con alcune linee di investimento che hanno fatto registrare rendimenti superiori al 4% annuo.

È importante considerare che la tassazione finale sui rendimenti dei fondi pensione è significativamente più favorevole rispetto a quella applicabile al TFR lasciato in azienda. Questo implica che, sebbene i rendimenti possano variare, la scelta di conferire il TFR a un fondo pensione potrebbe risultare più vantaggiosa nel lungo periodo, soprattutto per chi è disposto ad assumere un rischio maggiore.

In conclusione, è fondamentale che ogni lavoratore, indipendentemente dalla sua età o dal suo profilo professionale, si informi e si faccia assistere da esperti nel campo della previdenza. Solo attraverso una pianificazione attenta e strategica sarà possibile garantire un futuro pensionistico sereno e confortevole.

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