Occupazione in Italia: nel 2024, la Banca d’Italia segnala una decelerazione generale. Aumentano i lavoratori over 50, mentre i giovani mostrano un calo occupazionale
Nel 2024, il mercato del lavoro italiano ha mostrato segnali di rallentamento, con una crescita dell’occupazione che ha registrato un incremento più contenuto rispetto agli anni precedenti. Secondo il report annuale della Banca d’Italia, il numero di occupati è aumentato dell’1,6% e le ore lavorate del 2,1%, in calo rispetto all’anno precedente. Questo trend evidenzia come la domanda di lavoro, sebbene ancora sostenuta dalla stabilità salariale, sia in fase di indebolimento, soprattutto per i giovani e i contratti temporanei, più vulnerabili alle fluttuazioni economiche.
Incremento dei lavoratori over 50
Un dato significativo è l’incremento delle posizioni occupate da lavoratori over 50, il cui aumento è attribuibile all’invecchiamento della popolazione e alla riduzione dei flussi in uscita dal mercato del lavoro, anche a causa delle riforme pensionistiche. Questa situazione ha portato a un predominio di assunzioni a tempo indeterminato tra i lavoratori più anziani, mentre i giovani, in particolare quelli con contratti a termine, hanno visto un netto calo delle opportunità di lavoro.
Partecipazione giovanile in calo
L’analisi dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro rivela un fenomeno preoccupante: sebbene il tasso di attività per le fasce di età più mature sia in crescita, i giovani (15-34 anni) hanno visto una diminuzione della loro partecipazione, tornando a livelli precedenti alla pandemia. Questo scenario è caratterizzato da una maggiore reattività dei giovani alle condizioni economiche, con una propensione a lasciare il mercato lavorativo in tempi di crisi, anche per intraprendere percorsi di studio.
Divario di genere e immigrazione
Un ulteriore aspetto da considerare è il divario di genere nel mercato del lavoro. Nella fascia di età 35-49 anni, la partecipazione femminile ha mostrato un incremento, ma il tasso di attività complessivo resta significativamente più basso rispetto alla media europea, con una differenza di oltre 13 punti percentuali tra uomini e donne in Italia. La situazione occupazionale è ulteriormente complicata dall’immigrazione, che ha parzialmente compensato la diminuzione della popolazione attiva. I lavoratori stranieri, tuttavia, tendono a occupare posizioni caratterizzate da contratti meno stabili e salari più bassi.
Infine, il tasso di disoccupazione, pur essendo sceso al 6,5% – il valore più basso in 17 anni – continua a presentare un problema significativo per i giovani, che registrano un tasso di disoccupazione del 20,3%, ben sopra la media europea. Anche la percentuale di giovani NEET ha mostrato segni di miglioramento, ma rimane alta, evidenziando le sfide strutturali che il mercato del lavoro italiano deve affrontare.






