Pechino, 22 dicembre 2025 – La Cina ha annunciato l’introduzione di nuove tariffe doganali sui prodotti lattiero-caseari provenienti dall’Unione europea, una mossa destinata a intensificare le tensioni commerciali tra i due blocchi. Le nuove aliquote, che entreranno in vigore domani, prevedono un aumento significativo dei dazi, con percentuali che passano dal 21,9% al 42,7% per molti prodotti come latte e formaggi. Questa decisione rappresenta un’ulteriore risposta di Pechino alle misure protezionistiche europee, in particolare ai dazi imposti sulle auto elettriche cinesi.
L’impatto dell’aumento dei dazi su latte e formaggi
Questo incremento tariffario colpisce un settore chiave per l’industria agroalimentare europea, già sotto pressione a causa della concorrenza globale e delle difficoltà di mercato. L’Unione europea, infatti, ha da tempo denunciato le pratiche commerciali cinesi, accusate di distorsioni quali la sovrapproduzione e la vendita a prezzi molto bassi, che mettono in crisi i produttori locali. Il nuovo balzo delle tariffe da parte della Cina rappresenta una ritorsione diretta alle politiche europee che mirano a tutelare il proprio mercato interno, in particolare nel comparto automotive.
Parallelamente, l’UE sta adottando misure più stringenti anche nel settore delle spedizioni di piccoli pacchi sotto i 150 euro, per combattere l’invasione di prodotti cinesi a basso costo tramite e-commerce. Dal 2026, infatti, sarà abolita l’esenzione doganale per questi articoli, un provvedimento anticipato in risposta all’enorme volume di merci importate, che nel 2024 ha superato i 4,6 miliardi di unità, con il 91% proveniente dalla Cina.
Le dinamiche geopolitiche commerciali tra UE e Cina
Le tensioni commerciali tra Europa e Cina si inseriscono in un contesto più ampio di competizione economica globale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente minacciato l’imposizione di dazi supplementari, nel caso in cui Pechino non intervenga per ridurre il suo surplus commerciale con l’Unione europea, che ha superato i 300 miliardi di euro nel 2024. Macron ha sottolineato come questa situazione minacci il modello industriale europeo, specie nei settori strategici come quelli dell’auto elettrica, dell’acciaio e dei semiconduttori.
Dal canto suo, la Germania mantiene una posizione più cauta, considerando il forte legame economico con la Cina, ma è pronta a discutere con Pechino questioni sensibili che includono anche le restrizioni sulle terre rare e l’eccesso di capacità produttiva.
Il commissario europeo all’Industria Stéphane Séjourné sta inoltre lavorando a nuove norme per regolamentare gli investimenti esteri, con l’obiettivo di bilanciare la presenza cinese nel mercato unico e garantire trasferimento di know-how e occupazione locale nei settori strategici.






