Il premio Nobel per l’Economia 2025 è stato assegnato a Philippe Aghion, Peter Howitt e Joel Mokyr per i loro studi sulla “creazione e distruzione”, un concetto chiave che lega innovazione e sviluppo economico. L’annuncio è arrivato dall’Accademia reale svedese delle scienze, che ha sottolineato come il loro lavoro abbia trasformato la comprensione della crescita economica moderna. Secondo la motivazione ufficiale, i tre economisti hanno dimostrato che il progresso non è un processo lineare né garantito, ma una dinamica fragile che richiede consapevolezza e politiche mirate per evitare il rischio di stagnazione. “Per gran parte della storia umana, la norma è stata la stagnazione, non la crescita”, ha spiegato l’Accademia, rimarcando come la sostenibilità dello sviluppo economico dipenda dalla capacità di affrontare le minacce che lo ostacolano.
I protagonisti e la loro visione economica
Philippe Aghion, francese, è uno dei principali teorici della “distruzione creatrice” di ispirazione schumpeteriana, un concetto che analizza il ruolo dell’innovazione nel rinnovare costantemente il tessuto produttivo. Il canadese Peter Howitt ha collaborato con Aghion a numerosi studi che hanno ridefinito il modo di intendere la crescita economica, mentre l’israeliano Joel Mokyr ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio dei rapporti tra progresso tecnologico e cambiamento sociale nella storia moderna. Insieme, i tre studiosi hanno evidenziato come la crescita economica derivi da un ciclo continuo di invenzione e rinnovamento, ma anche da un inevitabile processo di distruzione delle vecchie strutture produttive.
La storia del premio Nobel per l’Economia
Il riconoscimento per l’Economia, a differenza di quelli per Medicina, Fisica, Chimica, Letteratura e Pace, non fu previsto originariamente da Alfred Nobel nel suo testamento. Fu istituito solo nel 1968 dalla Banca di Svezia in memoria dell’inventore della dinamite, e consegnato per la prima volta l’anno successivo ai due economisti Ragnar Frisch e Jan Tinbergen, pionieri della modellazione economica dinamica. Curiosamente, il fratello di Tinbergen, Nikolaas, vinse a sua volta un Nobel nel 1973, nella categoria Medicina.
Nel corso dei decenni, il premio ha celebrato studiosi di fama mondiale che hanno influenzato profondamente il pensiero economico contemporaneo, come Milton Friedman, Paul Krugman e l’ex presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke.
Dalla storia recente alle nuove sfide globali
L’edizione del 2024 era stata assegnata agli accademici statunitensi Simon Johnson, James Robinson e Daron Acemoglu per una ricerca che indagava il legame tra colonizzazione, istituzioni pubbliche e sviluppo economico, spiegando le radici delle persistenti disuguaglianze globali.
Il riconoscimento di quest’anno, invece, guarda al futuro, premiando tre economisti che hanno contribuito a ridefinire il concetto stesso di progresso. Le loro teorie offrono strumenti cruciali per comprendere i dilemmi del nostro tempo – dall’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produttività ai rischi di nuove forme di disuguaglianza – ricordando che la crescita, per essere duratura, deve essere non solo innovativa, ma anche inclusiva.
