Milano, 25 settembre 2025 – La povertà a Milano non risparmia neppure chi ha un lavoro: cresce infatti il numero di persone che, pur essendo occupate, faticano ad arrivare a fine mese. È quanto emerge dal rapporto “La povertà nella diocesi ambrosiana 2024”, curato dall’Osservatorio Diocesano Povertà e Risorse e dalla Caritas Ambrosiana, che ha analizzato i dati raccolti nei servizi per i senza dimora, migranti e famiglie e in 187 centri di ascolto presenti sul territorio.
Milano, la povertà lavorativa è in crescita
Secondo il rapporto, le richieste di aiuto sono aumentate del 6,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 64.431, mentre le persone effettivamente assistite sono state 18.934, con un incremento del 9,8%. Un dato particolarmente preoccupante riguarda la povertà tra chi lavora: una persona su quattro che si rivolge alla Caritas (il 24,6%) ha un impiego, ma non guadagna abbastanza per sostenersi, una percentuale in crescita rispetto al 14,5% del 2016.
La maggior parte di chi si rivolge ai centri di ascolto è composta da donne (58,2%) e stranieri (12.388), con un aumento del 5% negli ultimi due anni. Spicca la presenza significativa di migranti peruviani, che rappresentano il 23,1% del totale, fenomeno attribuito alla “perdurante inefficacia del quadro normativo” che limita l’accesso a permessi di soggiorno. Il 12,2% degli assistiti ha più di 65 anni, mentre il 19% è composto da giovani under 35, quasi tutti stranieri.
Bisogni cronici e multidimensionali: la sfida dell’inclusione sociale
Circa due terzi delle persone aiutate sono seguite da anni, segno di una crescente “cronicizzazione” delle difficoltà sociali ed economiche. I problemi più diffusi sono legati al reddito (69,9%), seguiti da quelli lavorativi (33,1%), abitativi (14,8%) e legati all’immigrazione (10,6%). Molti assistiti affrontano contemporaneamente più di una problematica.
Il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, ha sottolineato come sia urgente che politica, economia e società trovino soluzioni efficaci per rafforzare i redditi di chi lavora, sostenere le famiglie con figli minori, garantire canali regolari per i migranti e percorsi di integrazione più strutturati. Anche l’associazione Avvocati per niente invita a incentivare gli aiuti contro la povertà lavorativa, fenomeno in espansione nel capoluogo lombardo.
Le difficoltà economiche si intrecciano così con dinamiche sociali complesse, in cui la fragilità di molte persone occupate evidenzia una crisi profonda del tessuto produttivo e sociale di Milano, centro nevralgico dell’economia italiana e capitale della Lombardia.






