A marzo 2025, l’indice dei prezzi al consumo (NIC) cresce dello 0,3% rispetto a febbraio e dell’1,9% su marzo 2024, superando l’1,6% del mese precedente. I prezzi energetici e degli alimenti non lavorati aumentano, influenzando l’inflazione
Nel mese di marzo 2025, l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha registrato un incremento significativo dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), con un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,9% rispetto a marzo 2024. Questo rialzo segna un incremento rispetto all’1,6% di febbraio, evidenziando una dinamica inflazionistica che continua a preoccupare famiglie e analisti economici. È importante notare che la stima preliminare per marzo era fissata al 2,0%, indicando una leggera correzione al ribasso rispetto alle aspettative iniziali.
Andamento dei Prezzi Energetici e Alimentari
L’inflazione continua a risentire in modo particolare dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice, come i prezzi dei beni energetici e degli alimenti non lavorati. I primi hanno mostrato una forte accelerazione, con un aumento tendenziale del 2,6% rispetto al +0,6% di febbraio. Questa crescita è stata principalmente alimentata dalla componente non regolamentata, che ha visto un incremento dello 0,7%, in netto contrasto con il calo dell’1,9% registrato in precedenza. Anche i prezzi degli alimenti non lavorati hanno subito un’accelerazione, passando da un aumento del 2,9% a un +3,3%, suggerendo una pressione crescente sui costi di produzione e, di conseguenza, sui consumatori.
Il Carrello della Spesa e le Famiglie Italiane
Un aspetto significativo dell’analisi dell’andamento dei prezzi riguarda il carrello della spesa, che ha continuato a mostrare segni di accelerazione. Secondo le stime definitive dell’Istat, i prezzi dei beni alimentari, insieme a quelli per la cura della casa e della persona, hanno visto un incremento leggero, portando il loro tasso tendenziale di crescita al 2,1% rispetto al 2,0% di febbraio. Questo aumento, sebbene modesto, è indicativo di una persistente tensione nei costi di vita, che impatta in modo diretto sulle famiglie italiane.
Stabilità nei Prodotti di Alta Frequenza d’Acquisto
Inoltre, l’andamento dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto è rimasto stabile, mantenendosi al +1,9%, lo stesso valore registrato a febbraio. Questo dato suggerisce che, sebbene ci siano aumenti significativi in alcune categorie, altre aree di spesa quotidiana potrebbero non essere soggette a variazioni drastiche, offrendo una sorta di stabilità nel panorama economico complessivo.
La crescita dell’inflazione e l’accelerazione del carrello della spesa pongono interrogativi sulla sostenibilità del potere d’acquisto delle famiglie italiane e sulla direzione futura della politica monetaria della Banca Centrale Europea, che deve affrontare il delicato equilibrio tra crescita economica e controllo dell’inflazione.