Prosegue senza sosta l’iter parlamentare della manovra economica 2026, con il governo guidato da Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti impegnati nella ricerca di ulteriori risorse finanziarie per sostenere gli emendamenti più rilevanti richiesti dalla maggioranza, in particolare dai senatori del centrodestra. La scadenza del 31 dicembre per l’approvazione definitiva della legge di bilancio impone una stretta corsa contro il tempo, mentre la trattativa con le banche resta il nodo più complesso.
Manovra: le trattative con le banche e le nuove coperture fiscali
Il dialogo con gli istituti di credito, già coinvolti in un contributo di circa 9,5 miliardi per il triennio 2024-2026, si è riacceso negli ultimi giorni con l’obiettivo di reperire almeno un miliardo di euro aggiuntivi per finanziare le modifiche alla manovra. Tra le ipotesi al vaglio, spicca un possibile aumento dell’Irap per banche e assicurazioni, che potrebbe passare da 2 a 2,25 punti percentuali, una misura che potrebbe rappresentare un compromesso accettabile per Forza Italia e mitigare le tensioni tra alleati. Il governo valuta anche una franchigia a 90mila euro per tutelare le realtà più piccole, mentre si discute di un possibile incremento della tassazione sui premi assicurativi per i conducenti, attualmente fissata al 2,5%, con richieste di rialzo fino al 12,5% da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nonostante l’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgetti, il vice ministro meloniano Maurizio Leo e il leader di Forza Italia Antonio Tajani, le banche – rappresentate dall’Associazione bancaria italiana (Abi) – hanno ribadito la propria contrarietà a ulteriori oneri, sottolineando come già la metà del carico fiscale della manovra gravi sul settore. Tuttavia, all’interno del comparto bancario si segnala una propensione a considerare l’aumento dell’Irap come una soluzione più gestibile rispetto ad altre proposte.
Emendamenti parlamentari e strategie alternative
Il ventaglio di richieste da parte della coalizione di centrodestra è ampio e comprende l’applicazione dell’IVA al 21% sugli affitti brevi per la prima casa, l’ampliamento dei parametri Isee, la riduzione della tassazione sui dividendi dal 10% al 5%, nonché la proroga triennale del superammortamento e misure a favore delle forze dell’ordine. Nel frattempo, la Lega ha rilanciato la proposta di cedere le quote italiane nel Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per finanziare un fondo destinato alla riduzione della pressione fiscale, mentre Fratelli d’Italia spinge per un incremento progressivo della Tobin Tax, con aliquote che salirebbero dallo 0,3% del 2027 fino allo 0,4% nel 2029.
Parallelamente, in Commissione Bilancio si registrano altri importanti sviluppi: è stata sospesa l’aumento dell’1,8% dei pedaggi autostradali previsto per il 2025 e si è deciso di dimezzare la proroga delle concessioni elettriche, destinando maggiori risorse al taglio delle bollette. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha inoltre chiesto e ottenuto il ritiro dell’emendamento che avrebbe equiparato gli stipendi dei ministri non eletti a quelli dei parlamentari, mantenendo invece il solo rimborso per le trasferte.
Gli emendamenti approvati contemplano inoltre un rifinanziamento del fondo per il Reddito di libertà destinato alle donne vittime di violenza, un aumento degli ispettori Inail, sostegni alle scuole paritarie per alunni con disabilità, e la creazione di un fondo per la prevenzione dell’obesità. Inoltre, è stato introdotto un bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica e fondi per il sostegno psicologico nelle scuole.
Il ruolo di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti nella gestione della manovra
Alla guida dell’esecutivo, Giorgia Meloni, prima donna a ricoprire la carica di presidente del Consiglio nella storia repubblicana italiana, continua a guidare con fermezza la coalizione di centrodestra. Con una lunga carriera politica iniziata negli anni ’90 e una solida esperienza parlamentare, Meloni è impegnata a condurre la manovra verso l’approvazione, bilanciando le esigenze dei partiti alleati e le risposte alle pressioni economiche.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, commercialista con una lunga esperienza politica e tecnica, gestisce la complessa partita delle coperture finanziarie e delle relazioni con i settori economici, in particolare con il sistema bancario. Ex ministro dello Sviluppo economico e figura di rilievo della Lega, Giorgetti è centrale nel coordinamento delle risorse e nel dialogo con il Parlamento, lavorando per assicurare la stabilità economica in un contesto di forti tensioni politiche e sociali.






