La Manovra 2026 introduce una stretta significativa nei rapporti tra la Pubblica amministrazione e i consulenti esterni, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e garantire maggiore trasparenza nei pagamenti verso i professionisti autonomi. La nuova normativa prevede infatti la sospensione dei compensi per coloro che non sono in regola con il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali.
Manovra 2026: obbligo di certificazione fiscale e contributiva per i professionisti
Secondo le nuove disposizioni, avvocati, ingegneri, progettisti, periti e altri professionisti che collaborano con enti pubblici dovranno allegare alla fattura due certificati distinti: uno rilasciato dall’ente previdenziale di riferimento, che attesti la regolarità contributiva, e un altro dall’Agenzia delle Entrate, che certifichi la conformità fiscale. Senza tali documenti, la pubblica amministrazione è obbligata a bloccare i pagamenti fino alla regolarizzazione delle posizioni.
La norma si applica anche ai lavoratori autonomi iscritti a casse previdenziali specializzate, che dovranno ottenere attestati specifici dalle proprie Casse di categoria, mentre chi non è iscritto a un ente previdenziale di categoria potrebbe incontrare difficoltà nel reperire la certificazione.
Critiche e preoccupazioni dalle associazioni professionali
Le nuove regole hanno suscitato forti reazioni da parte delle categorie professionali. Il Consiglio Nazionale Forense, con a capo l’ex procuratore di Milano Francesco Greco, ha definito la misura “ingiusta e penalizzante”, evidenziando come la norma rischi di bloccare i pagamenti anche per irregolarità di lieve entità o formali, senza distinzione di gravità. Greco ha inoltre sottolineato l’assenza di analoghe restrizioni per i dipendenti pubblici, che continuano a percepire lo stipendio anche se non in regola con il fisco.
L’Unione Nazionale delle Camere Civili, recentemente guidata dall’avvocato Alberto Del Noce, ha denunciato l’aumento della burocrazia e ha auspicato un intervento parlamentare per delegare direttamente agli enti pubblici il controllo delle posizioni fiscali e previdenziali, sfruttando le banche dati già interconnesse, riducendo così i ritardi nei pagamenti e le complicazioni per i consulenti.
Impatto sulla pubblica amministrazione e sul turnover
Parallelamente alle novità sui consulenti, la Manovra 2026 conferma la stretta sul turnover nella Pubblica amministrazione: dal 2026 si tornerà al 100% di sostituzione tra assunzioni e cessazioni, dopo la riduzione al 75% prevista per il 2025. Questo intervento avrà ripercussioni sulla gestione del personale, con una possibile riduzione delle assunzioni che ha già suscitato proteste da parte dei sindacati, come la Federazione dei Lavoratori Pubblici (FLP), che denuncia il rischio di un indebolimento dei servizi pubblici e della lotta all’evasione fiscale.
In questo contesto, la complessità delle nuove regole sui consulenti autonomi si inserisce in un quadro di riforme volte a razionalizzare la spesa pubblica e migliorare la trasparenza, ma che rischiano di generare rallentamenti e ulteriori contenziosi amministrativi.






