Lear, una crisi annunciata: “Lavoro tre giorni al mese, faranno fuori metà personale”
“L’azienda non chiuderà e ci lasceranno a casa, ma con chi posso arrabbiarmi?”
ECONOMIA (Torino). “Siamo a marzo, se arriverò a tre giorni con oggi sarà andata bene. Siamo quasi tutti con la media di un giorno lavorativo a settimana. È inutile negarlo, non c’è lavoro: noi inseguiamo gli ammortizzatori sociali, ma non ce n’è. Prima ce n’era molto di più, anche se abbiamo avuto periodicamente crisi. Avevamo comunque prospettive, invece adesso non ci sono manco quelle – Roberto Stroppiana è un operaio della Lear, l’azienda torinese che produce i sedili per Maserati e che a maggio manderà a casa 260 lavoratori – Arrabbiato non lo so, quello che è chiaro è che non cercano di trovare commesse nuove, infatti penso che non chiuderanno, l’obiettivo è semplicemente far fuori metà del personale. Però con chi posso arrabbiarmi? Non faccio più lavoretti fuori di qua, non ho più la voglia o l’età. Guadagno circa 1100 euro al mese con la cassa, siamo ancora in regime di solidarietà. Vogliono far fuori metà del personale, i criteri sono in base all’anzianità, esigenze tecnico produttive. L’anzianità può essere un criterio più o meno giusto, magari preferiscono un ragazzone più giovane che faccia lavori più pesanti rispetto a me”.6 (Sara Iacomussi/alanews)
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