Nel pieno dell’esame della legge di bilancio in commissione Bilancio al Senato, si registra una nuova ondata di emendamenti, ben 5.700, che stanno ridisegnando il testo della manovra. Tra le proposte più dibattute spicca quella di Fratelli d’Italia (FdI), che rilancia la riapertura della sanatoria edilizia del 2003, una misura che torna in auge a più di vent’anni dall’ultima applicazione, con particolare attenzione alla regione Campania.
Fratelli d’Italia e la proposta di un condono edilizio nella manovra
L’emendamento presentato da FdI, partito guidato dalla premier Giorgia Meloni, non prevede un nuovo condono, ma una riapertura dei termini di una vecchia normativa per sanare le pendenze di chi, pur avendo pagato, era rimasto escluso da quella sanatoria. Secondo quanto riferito dall’ufficio stampa di FdI al Senato, la norma lascerebbe ai governi regionali la facoltà di deliberare in merito, senza imporre obblighi vincolanti a livello nazionale.
La misura, seppur teoricamente estesa a tutto il territorio italiano, è stata pensata soprattutto per la Campania, regione che nel 2003, sotto la presidenza di Antonio Bassolino, non aderì alla sanatoria. Il senatore Antonio Iannone parla di “migliaia di case salvate dall’abbattimento”, sottolineando però che saranno le Regioni a definire il perimetro della norma, ribadendo quindi l’assenza di un obbligo generalizzato.
Reazioni politiche e accuse di voto di scambio
L’iniziativa di FdI è stata immediatamente contestata dalle opposizioni, che parlano di un tentativo di “voto di scambio” in vista delle imminenti elezioni regionali in Campania, previste per la fine di novembre. Francesco Boccia, capogruppo del Partito Democratico al Senato, ha chiesto chiarimenti alla premier Meloni, definendo l’emendamento come una “promessa elettorale” mascherata da norma legislativa.
Virginio Merola (PD) e Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) hanno accusato la maggioranza di voler “comprare voti” attraverso questa misura, mentre Luigi Nave, senatore del Movimento 5 Stelle, ha definito la proposta “empia”.
Altri emendamenti e novità fiscali
Oltre a questo episodio, la manovra vede una nutrita serie di emendamenti provenienti da tutte le forze politiche. La Lega propone di aumentare l’Irap su banche e assicurazioni per finanziare la sanità, mentre Forza Italia insiste su sgravi per gli affitti brevi e imprese, con una proposta di estensione della cedolare secca al 10% su tutto il territorio nazionale.
Sul fronte fiscale locale, il Ministero dell’Economia ha aggiornato le regole sull’Imu, offrendo ai Comuni maggiore flessibilità per modulare le aliquote, ad esempio con sgravi per chi possiede case al mare non date in affitto o immobili inagibili. Forza Italia ha inoltre presentato emendamenti per aumentare dal 25 al 50% la riduzione dell’Imu sugli immobili affittati con canone concordato, con l’obiettivo di sostenere il mercato delle locazioni a prezzi calmierati.
Tra le proposte dell’opposizione, l’alleanza Avs ha avanzato una patrimoniale sui “super patrimoni”, accompagnata da proposte di misure sociali e ambientali volte a ridurre le disuguaglianze e incentivare la sostenibilità.
L’intenso confronto parlamentare proseguirà fino a dicembre, quando si attende la votazione finale sulla manovra, che dovrà trovare un equilibrio tra le diverse spinte politiche e le esigenze di bilancio del Paese.






