La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse chiave per la terza riunione consecutiva. Il tasso sui depositi resta al 2%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15%, mentre quello sui prestiti marginali si conferma al 2,40%. La decisione è stata comunicata al termine del Consiglio direttivo, sottolineando la volontà di procedere con un approccio guidato dai dati, con valutazioni che saranno effettuate riunione dopo riunione senza un percorso predeterminato.
Le parole di Christine Lagarde sui tassi della Bce e le prospettive economiche
La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha spiegato che non si può definire la posizione della banca centrale come una pausa o un cambio di rotta, ma piuttosto un’applicazione rigorosa del principio di dipendenza dai dati economici. Lagarde ha evidenziato la “resilienza” dell’economia dell’area euro, con una crescita acquisita dello 0,7% nel primo semestre del 2025 e una revisione al rialzo della crescita per l’intero anno, ora stimata all’1,2%, rispetto allo 0,9% indicato a giugno.
Nel dettaglio, la BCE ha aggiornato le previsioni sull’inflazione, stimata al 2,1% nel 2025, in lieve aumento rispetto al 2% previsto precedentemente, mentre per il 2026 si attende un calo all’1,7% e un ritorno al 1,9% nel 2027. Lagarde ha inoltre sottolineato che i rischi per la crescita sono ora bilanciati, un’inversione rispetto alla precedente valutazione orientata al ribasso.
Secondo la presidente, il miglioramento del reddito disponibile derivante dalla discesa dell’inflazione e i dati positivi sull’occupazione sosterranno i consumi, insieme agli investimenti pubblici in infrastrutture, difesa e ai finanziamenti dei Pnrr nazionali fino al 2026.
Politica monetaria: un ciclo di tagli in vista?
Nonostante la decisione di oggi di lasciare i tassi fermi, il dibattito sui possibili futuri tagli continua. Dopo un ciclo iniziato a giugno 2024 con una riduzione dal 2,25% al 2%, alcuni analisti prevedono ulteriori diminuzioni nei prossimi mesi, forse già a partire dalla riunione di ottobre. Lagarde ha dichiarato che la BCE è “ben posizionata” per rispondere ai dati economici, confermando la volontà di un’attenta valutazione continua.
Il tasso reale, vicino allo zero o addirittura negativo, e l’inflazione in discesa, che a settembre si è attestata all’1,8%, rendono plausibile la prosecuzione di una politica monetaria accomodante. Tuttavia, l’istituto resta vigile sulle incertezze legate a tensioni commerciali globali e al mercato obbligazionario, che attualmente presenta una buona liquidità con movimenti contenuti negli spread tra i Paesi dell’Eurozona.
Lagarde ha inoltre assicurato che la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari, incluso il meccanismo anti-spread TPI (Transmission Protection Instrument), da attivare solo sulla base di precisi criteri e valutazioni di mercato, anche se al momento non è stato discusso alcun intervento in tal senso.
In sintesi, la Bce si muove con cautela, confermando la stabilità dei tassi ma pronta a intervenire in un quadro economico in evoluzione, con l’obiettivo di mantenere l’inflazione intorno al target del 2% e sostenere la crescita dell’area euro.






